Italiani in fuga dalla Libia. L’Isis minaccia Roma. Allarme sottovalutato dal governo?

    mons martinelliItaliani in fuga dalla Libia, mentre anche l’ambasciata italiana, costretta dall’aggravarsi delle violenze sul terreno e dall’avanzata dei tagliagole dell’Isis chiude temporanemanete i battenti ed avvia il rimpatrio via mare dei pochi italiani rimasti.

    Arrivata una nuova minaccia dei jihadisti contro l’Italia dalla Libia mediante il video dal titolo “Un messaggio firmato con il sangue alla Nazione della Croce”,  nel quale viene mostrata la truce e barbarica decapitazione di 21 egiziani copti su una spiaggia del Mediterraneo. “Prima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma, in Libia”, dichiara il boia del video, con in mano un coltello insanguinato.

    Secondo Mons. Martinelli, vicario apostolico a Tripoli, dietro gli jihadisti c’è il pretrolio e dichiara:

    Devo rimanere. Come lascio i cristiani senza nessuno?… C’è tanta paura tra i civili, non solo cristiani; mi interrogo sul ruolo della comunità internazionale nel cercare un dialogo con questo Paese diviso che fa fatica a ritrovare innanzitutto l’unità interna. Dietro ai jihadisti, c’è il petrolio della Libia, quello del Golfo Persico, eccetera. E’ mancato il dialogo tra l’Italia e l’Islam.

    E’ lecito il pensiero di Mons. Martinelli, però qui non si tratta di Italia e Islam, ma di terroristi che vogliono imporre, attraverso violenze, uccisioni, terrore e barbarie, la loro follia sanguinaria.

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