Cristo non è Horus, e il Cristianesimo primitivo è una religione originale

Cristo non è Horus, e il Cristianesimo primitivo è una religione originaleDa vari anni ormai è in corso un processo organizzato che ha lo scopo di globalizzare il pianeta sia da un punto di vista culturale che economico.
Chi persegue l’obiettivo di appiattire le culture e le religioni ha interesse ad uniformare le differenti credenze, con lo scopo di renderle simili e sincretizzarle.
Spesso si sente dire che “tutte le religioni sono uguali”, perché tutte praticano l’amore e la pace. Ma è proprio così?
Secondo questo progetto, sostenuto e favorito soprattutto da correnti massoniche, la religione cristiana sarebbe assimilabile a culti solari pre-esistenti e pertanto i Vangeli non sarebbero originali, ma racconti allegorici, senza base storica. In questo articolo mi propongo di dimostrare che queste tesi sono errate, e che il Cristianesimo primitivo è una religione originale.
Innanzitutto, è di fondamentale importanza distinguere tra il Cristianesimo primitivo, che si rifà ai Libri del Nuovo Testamento, scritti prima del 100 d.C., e il Cattolicesimo, nato con Costantino a partire dal 313 d.C.
Se vi è stata una solarizzazione, essa è avvenuta quindi nel IV secolo, con scopi di sincretismo e accettazione delle masse, ma nulla ha a che vedere con il Nuovo Testamento.
Vediamo perché: nella mitologia egizia Osiride e Iside si sposano. Osiride viene però ucciso da Seth (il suo fratello malvagio), che lo fa a pezzi. Iside resuscita Osiride e dalla loro unione nasce Horus, il dio del Sole.
Di solito i sostenitori della teoria del “mito di Gesù” comparano Iside a Maria e Gesù a Horus. Ma in Giovanni 1, 1-5, vi è scritto che Gesù è il Verbo, creatore quindi dell’universo, e pertanto anche del sole. Mentre Horus è il Dio-Sole.
Vi è pure in alcuni scritti una presunta attinenza di Osiride con Gesù, ma Gesù non fu squartato, secondo Giovanni infatti, non gli fu rotto alcun osso (Giovanni 19, 36), e non fu Maria (Iside), che lo resuscitò, ma lui stesso resuscitò perchè vinse la morte, essendo Dio (Luca 24, 6).
Secondo alcuni autori, come Acharia S, già nel Vangelo di Luca vi sarebbe una “solarizzazione”. Con una notevole forzatura si associa Giovanni il Battista a Seth (mito lunare), e Gesù a Horus (mito solare). Vediamo il passo del Vangelo di Luca (1, 26-31) utilizzato da questi scrittori per il loro ragionamento:

Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era Maria. L’angelo, entrato da lei, disse: «Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te». Ella fu turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso Dio. Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù.

Da questo passo e dal passo precedente si evince che Gesù fu concepito (dallo Spirito Santo), sei mesi dopo Giovanni Battista.
A questo punto tali autori sostengono che Giovanni il Battista (sole-morente) nacque nel solstizio d’estate, sei mesi prima rispetto alla nascita di Gesù, che è il 25 dicembre, ossia il solstizio d’inverno. Facendo un ragionamento errato affermano che sia Giovanni il Battista che Gesù sono allegorie rispettivamente di Seth e Horus e pertanto non sono esistiti nella realtà, ma sono solo avatar.
Sembrerebbe un’assioma perfetto, ma c’è un errore di fondo.
Nel Vangelo di Luca non vi è scritto che Gesù nacque il 25 dicembre.
E neppure negli altri scritti del Nuovo Testamento. Di solarizzazione pertanto, nei Vangeli non c’è traccia.
Il 25 dicembre come data ufficiale della nascita di Gesù è stato introdotto nel 336 d.C. quando Costantino ha attuato la sua solarizzazione, per i motivi noti di assimilazione delle masse.
Quindi, ecco dimostrato che la teoria di “Giovanni Battista-Seth-Sole morente” e “Gesù-Horus-Sole nascente”, esiste solo nelle menti di tali scrittori, mentre i Vangeli rispecchiano una religione originale, che è appunto il Cristianesimo primitivo.
Di solito questi sedicenti esperti storici come Acharia S, basano le loro tesi su Horus, (il dio del sole), sul “Libro dei Morti”, un testo funerario egizio scritto a partire dal 1550 a.C. In realtà però in tale testo ci sono poche informazioni su Horus. La maggioranza delle fonti su Horus sono popolari, derivano cioè da detti non scritti che si sono sviluppati nel corso di almeno tre millenni (dal 3100 a.C. al 100 a.C.).
La seconda tesi che i sostenitori della teoria Gesù-Horus portano nel dibattito è che Iside era vergine come Maria e pertanto la storia dei Vangeli sarebbe una copia di un mito precedente.
Ma il mito di Horus racconta che Osiride, il marito di Iside, fu ucciso da Seth e fatto a pezzi. Iside trovò tutti i pezzi del corpo smembrato di Osiride eccetto il pene che fu buttato nel Nilo. Con i suoi poteri Iside riportò in vita Osiride e ricreò il suo pene (d’oro o legno, simbolismo fallico), con lo scopo di farsi ingravidare e generare Horus.
Pertanto Iside non era vergine, e non è pertanto uguale a Maria.
Il fatto poi che a Roma, nel secolo IV, alcuni templi che erano stati consacrati a Iside sono stati riadattati e consacrati alla Vergine rientra appunto nella solarizzazione e nel processo di sincretismo attuato da Costantino, ma nulla ha a che vedere con il Cristianesimo primitivo.
La terza tesi dei sostenitori della teoria Gesù-Horus è che Gesù fu battezzato da Giovanni il Battista esattamente come Horus, che fu battezzato da Anup, poi decapitato. Quindi ancora una volta i Vangeli sarebbero copie di miti preesistenti.
Ma nella antica mitologia egizia non esiste alcun Anup.
Questa storia deriva da banali falsificazioni di Gerald Massey, un autore del XIX secolo che non ha alcun credito tra gli studiosi seri di egittologia. Queste tesi sono poi state riprese da Acharia S nel suo libro “Cristo in Egitto, la connessione Horus-Gesù”. In questo libro Acharia S fa un parallelismo tra il dio egizio Anubis e “Anup il battista”. E’ possibile che in alcune sculture e pitture egizie vi siano rappresentazioni di lavaggi rituali, ma nè nel Libro dei Morti, nè in sculture, bassorilievi o pitture, vi è Horus battezzato da Anubis.
Anche la terza tesi pertanto viene a cadere e la figura di Giovanni che battezza Gesù nel fiume Giordano è un fatto originale, che non deriva da alcun mito pre-esistente.
La quarta tesi dei sostenitori della teoria Gesù-Horus è che Gesù fu tentato nel deserto da satana, esattamente come Seth (dio del deserto) tentò di uccidere Horus.
Innanzitutto Seth nella mitologia egizia non è certo assimilabile a satana, ma “tentare di uccidere” o “fare battaglia” a Horus non è la stessa cosa di “indurre in tentazione” cosa che fece satana a Gesù nei Vangeli.
La relazione tra Horus e Seth non è in alcun modo assimilabile a quella tra Gesù e satana. Horus e Seth erano spesso in disaccordo tra loro, la loro successiva riconciliazione permise al faraone di governare l’Egitto.
Gesù e satana invece non si riconciliarono mai.
La quinta tesi dei sostenitori della teoria Gesù-Horus è che Osiride (il cui nome egizio è Wsjr, la cui pronuncia è Ausar, Usir o Asar), fu resuscitato, esattamente come fu resuscitato Lazzaro da Gesù.
Ma non fu Horus a resuscitare Osiride, fu invece Iside, sua moglie.
Inoltre il nome Lazzaro deriva dall’ebraico “Eleazar”, che significa “Dio ha aiutato”, e nulla ha a che vedere con il nome egizio Wsjr al quale i più accreditati egittologi attribuisco il significato di “il potente”.
La sesta tesi dei divulgatori della teoria Gesù-Horus sarebbe che Horus aveva dodici apostoli, esattamente come Gesù.
Questa leggenda deriva sempre da Gerald Massey che fa risultare essere dodici gli apostoli di Horus. In realtà in alcune credenze popolari si parla dei quattro figli di Horus, semidei, ma mai di dodici seguaci.
La settima tesi dei simpatizzanti della teoria Gesù-Horus è che Horus fu crocifisso prima di Gesù, per cui la crocifissione di Gesù sarebbe un mito costruito su un mito precedente.
In realtà Horus viene rappresentato a volte con le braccia aperte ma non “crocifisso su una croce”. Non vi è una sola fonte storica che descrive un personaggio reale chiamato Horus che fu crocifisso, e oltretutto non vi è nessuna fonte storica che attesti che la crocifissione fosse usata nell’antico Egitto.
Mentre per la crocifissione di Gesù le fonti storiche serie sono varie e le ho descritte nel mio articolo “La storicità di Gesù”.
L’ottava tesi dei sostenitori della teoria Gesù-Horus è che Horus risuscitò dopo tre giorni, esattamente come Gesù.
Questa leggenda deriva dallo studio approssimativo della stele di Metternich, conservata al Metropolitan Museum of Art di New York. Questa stele in nessun modo richiama la morte sacrificale di Gesù. Horus morì bambino, punto da uno scorpione inviato da Seth, e poi fu risuscitato dal dio Thot, ma nelle credenze popolari non vi è traccia della rinascita il “terzo giorno”.
Inoltre Horus non muore prendendo su di sè i “peccati del mondo”, non muore per redimere l’umanità, che, con il peccato originale si era preclusa la salvezza. Horus non è “il Salvatore del mondo”, ma è, a seconda delle leggende, il dio del cielo, del sole e della guerra.
La lista di falsi parallelismi potrebbe continuare, ma nessuno di essi è basato su fonti storiche certe, in quanto il più delle volte le “fonti” sono i libri di Gerald Massey (XIX secolo), o dei suoi seguaci contemporanei, come Acharia S.
Un’ultima teoria sostiene che essendo la croce un simbolo antichissimo che risalirebbe alla civiltà egizia (ankh, chiave della vita o croce ansata), ecco che la religione cristiana sarebbe una copia di religioni antiche.
Anche qui bisogna ricordare che nel Cristianesimo primitivo il simbolo utilizzato maggiormente era il pesce (Ἰχθύς, ichthýs), e non la croce, il cui uso fu diffuso solo a partire dal 313 d.C. con Costantino (in hoc signo vinces).
I sostenitori della tesi che il Cristianesimo primitivo sia una religione solare derivata da culti pre-esistenti associano Gesù anche ad altre figure religiose del passato come Mitra o Krisna, ma anche queste sono banali semplificazioni che non hanno base storica. Ancora una volta confondono (in buona fede?) il Cristianesimo primitivo con il Cattolicesimo, introdotto da Costantino.
Da tutto ciò si evince che Gesù non è affatto Horus, e che i Vangeli e gli altri libri del Nuovo Testamento sono originali e non basati su culti pre-esitenti.
Ne consegue che il Cristianesimo primitivo è una religione assolutamente originale.

Bibliografia:

-Antiguo Testamento, Sociedad Bíblicas Unidas
-Nuevo Testamento, Sociedad Bíblicas Unidas
-Libro de los Muertos
-Acharya S. The Christ Conspiracy, the Greatest Story Ever Sold
-Acharia S Christ in Egypt: The Horus-Jesus Connection
-Unmasking the Pagan Christ por Stanley E. Porter y Stephen J. Bedard
-Hopfe, Lewis M.; Richardson, Henry Neil (9-1994). «Archaeological Indications on the Origins of Roman Mithraism». En Lewis M. Hopfe. Uncovering ancient stones: essays in memory of H. Neil Richardson. Eisenbrauns. pp. 147
-Gerald Massey, The natural genesis

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Yuri Leveratto
Sono nato a Genova, nel 1968. Ho conseguito la laurea in Economia nel 1995, e quindi ho iniziato a lavorare presso un'agenzia marittima di Genova. In quel periodo ho dimostrato interesse per la letteratura e ho scritto il mio primo romanzo, “L’inverno dell’anima”. In seguito ho vissuto a New York, dove ho lavorato come guida turistica, e poi, a partire dal 1999, mi sono imbarcato sulle navi da crociera della compagnia “Princess”, con funzioni amministrative. Il romanzo successivo, è stato “L’esilio dei dannati”. Ho lavorato come marittimo fino alla fine del 2002, quindi sono stato assunto da un’altra compagnia di crociere, ma questa volta negli uffici di Genova, con mansioni di selezionatore. La mia passione per la fantascienza mi ha portato a scrivere “La guerra alle multinazionali”. Dal 2005 vivo in Colombia, dove mi sono trovato bene, questo paese mi ha trasmesso una grande gioia di vivere e serenità. La mia opera successiva è stato un racconto auto ironico delle mie esperienze marittime, “Siamo tutti...marittimi!?”. Nel 2008 ho pubblicato in Italia La ricerca dell’El Dorado, con Infinito Edizioni. Quindi ho pubblicato, sul portale Lulu.com, "1542 I primi navigatori dei Rio delle Amazzoni", un’opera storica e d’attualità: nel quaderno di viaggio analizzo i problemi della selva amazzonica e dei popoli che vivono in questa area del pianeta, spesso dimenticata ma molto importante per il nostro futuro. Nel 2010 ho pubblicato “Cronache indigene del Nuovo Mondo”. Con questo libro, che è una ricompilazione di settanta miei articoli, ho voluto dare una visione ampia dell’affascinante Storia indigena del Nuovo Mondo, dai primordi fino ai giorni nostri. Nel 2012 ho pubblicato “Esplorazioni in America del Sud 2006-2011”. Questo libro è stato pubblicato in spagnolo dalla Società Geografica di Lima nel 2013. Nel 2014 ho pubblicato “Il futuro dell'Amazzonia - Una visione al 2060 dell'area strategica più importante del pianeta”.