Intrervista a Jim Cravioto, regista di “REVERSAL – La fuga è solo l’inizio”

Reversal_PosterDataCosa ti ha affascinato della storia e del progetto?

All’inizio, sono stato molto attratto dal genere. REVERSAL è un film che mette insieme il thriller, il dramma e l’horror, che sono proprio i miei generi preferiti. Non è stato solo eccitante ma si è rivelata una sfida estremamente allettante. Mi sono imbattuto in argomenti come lo sfruttamento sessuale, la violenza verso le donne e il rapimento ripugnante. Ho trovato stimolante il fatto che attraverso il film, e soprattutto attraverso il personaggio principale, Eve, è venuta fuori una forma di vendetta estrema.

Parliamo un po’ del casting e del modo in cui hai scoperto il talento della prima attrice Tina Ivlev.

È stato difficile lavorare al casting a causa del poco tempo che avevamo a disposizione. Di solito mi dedico a questo processo quattro mesi, mentre in questo caso abbiamo avuto a disposizione solo tre settimane per tenere le persone impegnate. Mi sono affidato al mio istinto e alla mia intuizione nella ricerca degli attori giusti. Ho scoperto Tina grazie all’aiuto di Carla Hool, direttrice del casting, ed è stato un colpo di fortuna, poiché ci siamo accorti di lei per caso.

Crescendo, a quale genere di film e produttori ti sei ispirato? E in che modo questa influenza si riflette in REVERSAL?

Gran parte della mia ispirazione fonda le proprie radici nei thriller francesi dei primi anni Novanta, ed è stato stimolante scoprire trame, atmosfere e ritmo dell’azione. La cosa piuttosto divertente sta nel fatto che molte persone che hanno visto REVERSAL, hanno affermato che il film ricorda quello di David Fincher, non a caso uno dei miei registi preferiti. Questo commento mi ha lusingato molto e credo che gran parte del mio stile si ispiri a lui.

Parlaci del luogo in cui è stato girato il film e dell’esperienza che ne hai tratto.

Il progetto è stato ripreso nella zona più grande di Los Angeles ed è stata un’esperienza formidabile. Erano posti del tutto nuovi per me e sono stato anche abbastanza fortunato nell’aver trovato strutture e spazi che cercavo per REVERSAL.
5. Parliamo della preparazione che tu e il tuo team avete fatto prima delle riprese e della produzione. Gli attori hanno preso parte a qualche allenamento speciale per le scene d’azione?

Sì, abbiamo assistito ad un paio di lezioni di allenamento con il coordinatore degli stuntman che ha insegnato agli attori a cadere, prendere a pugni, riceverli, e altro. È sempre un ruolo divertente da interpretare quando si tratta di un film con molte scene di azione e sangue.

Come descriveresti il tuo stile di regista e che tipo di film hai intenzione di fare in futuro?

Nel mio stile, sono sempre stato ossessionato dalla composizione di una scena, appassionato e accurato nei campi del montaggio e dell’ inquadratura. Credo che il film sia un linguaggio e la telecamera la sua voce, per cui sono molto orientato al dettaglio quando mi trovo a dover sistemare la macchina da presa, in modo che venga raccontata la storia in ogni scena.

Per il futuro, a dire la verità, non ragiono mai sul prossimo film; penso di fare qualcosa in una maniera più naturale di modo che è il film successivo a trovare te, a prescindere dal metodo. In qualità di regista, cerco sempre di cambiare stile e genere. Non mi piacerebbe essere etichettato come regista di genere, che dà vita solo a thriller, drammi o commedie, ed altro. Vorrei piuttosto avere un pubblico di persone che riconoscano il mio nome e non sappiano cosa vedranno sullo schermo.

Sono alla ricerca di progetti rischiosi ai quali posso offrire tutto me stesso, dire ciò che provo e parlare attraverso il film.

Quali sono state le difficoltà che avete dovuto affrontare tu e la tua squadra durante la fase di produzione, e in che modo le avete superate?

Una delle sfide in cui ci siamo imbattuti, sono stati i giorni di riprese a disposizione. In venti giorni, abbiamo dovuto montare molte scene di morte, che vedevano litri di sangue sullo schermo. Abbiamo dovuto essere creativi per ottimizzare il tempo. Questo è stato il mio secondo film di finzione, e venivo da un progetto che mi ha lasciato strumenti che in seguito ho applicato in REVERSAL per risolvere delle sequenze complesse e arrivare alla formula: il tempo è denaro.

Cosa vorresti che il pubblico evinca da questo film e dalla sua storia?

Prima di tutto, desidero che il pubblico si diverta dal momento che, a mio avviso, un film è spettacolo. Spero, inoltre, che prendano in considerazione il fatto che viviamo in un mondo in cui le donne vengono sequestrate, violentate e danneggiate. Mi auguro
che si rifletta su questo pensiero, al di là della durata del film di un’ora e mezza, in cui viene mostrata una vendetta puramente cinematografica.

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