1990 I guerrieri del Bronx

Castellari ha sempre avuto delle ottime idee e questa di fondere in un unico plot “I guerrieri della notte” e “1997 Fuga da New york” poteva risultare veramente vincente. Ma non è stato così. Il film è pesantemente sotto ritmo, dannatamente lento e per giunta eccessivamente sbrigativo nei passaggi significativi dello sviluppo della vicenda. Nonostante siano presenti molti degli attori più cari a chi divora film di questo genere, non si riesce quasi per niente ad appassionarsi alla pellicola, che vive di pochissimi sussulti.
Ann, la figlia del boss della Manhattan Corporation, sta per compiere 18 anni (anche se ne dimostra 25) e per ereditare una immensa fortuna ma, disgustata dal marcio che la circonda, decide di fuggire nel Bronx, una terra di nessuno martoriata dalla guerra fra bande. Mentre la ragazza si lega al capo dei Bikers, Trash, imberbe giovanotto dal petto completamente glabro e dai jeans decisamente troppo attillati, la Manhattan ingaggia il losco Hammer per la missione di recupero della ragazza. Il vero scopo di Hammer però è scatenare la guerra definitiva fra le bande, attualmente acquietate dalla supremazia di Ogre, ma la caparbietà ed il buon cuore di Trash e dello stesso Ogre sventano il piano malvagio di Hammer e liberano la ragazza dalle grinfie di Golan, capo della banda degli Zombi. Ad Hammer non resta che guidare l’incursione delle teste di cuoio nel rudere-fortezza di Ogre: sarà una carneficina dalla quale solo Trash uscirà vivo.
Il film perde credibilità fin dalla prima scena, nella quale gli Zombi, la banda vestita come dei giocatori di hockey con in testa un vaso da notte, tentano di aggredire Ann: l’ingresso in scena dei Bikers a cavallo di moto corredate da un ridicolo teschio di plastica Halloween-style ed il blando combattimento che ne consegue fanno subito presagire allo spettatore che ci sarà ben poco da ridere. Il piano sequenza successivo vede la sciccosa banda di sciamannati capitanata da Ogre giungere a bordo di fiammanti vetture anni ’20 nel territorio dei Bikers per rivendicare l’uccisione di uno dei motociclisti, accusato di essere una spia: il tutto avviene mentre un tizio, cacato zero da tutti, suona la batteria. Fine del budget e fine, sostanzialmente, anche del film. Tutto ciò che segue dopo è assimilabile al nulla o quasi. Nemmeno quando Trash decide di dover attraversare i territori di tutte le bande (vi ricorda qualcosa?) per parlare con Ogre assistiamo a scene significative, visto che gli scontri con gli Ironmen, ballerini rivestiti di costumi metallici, e con gli Scavengers, cavernicoli più adatti ad un cannibal-movie, si risolvono con qualche cazzotto tirato senza grande ardore. Deludente anche il finale: da un gruppo di teste di cuoio che fanno irruzione col lanciafiamme spianato ci aspettiamo un trionfo di uomini bruciati e non deprimenti inquadrature di teste che si ritraggono da fiammate di ignota origine che rimangono sullo sfondo.
Ricorderemo questo film per la recitazione sottilmente ebete di Mark Gregory nei panni di Trash, quasi commovente il moccico al naso nella pietosa scena in cui allevia le sofferenze del morente Blade spezzandogli gentilmente il collo, e per la clamorosa caduta dalla moto di Hans, fuoriprogramma che Castellari ha volutamente consegnato ai posteri.

Regista:Enzo G. Castellari (1982)
Attori principali: Mark Gregory, Stefania Girolami, Fred Williamson, Cristopher Connely, Vic Morrow, George Eastman,

Autori della recensione: Marchiño

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