Hitchcock e quei bravi ragazzi di Hollywood – Antonello Altamura

A trentacinque anni dalla sua morte, il mito Hitchcock rimane una spirale che continua a girare e ipnotizzare. Questa analisi ricostruisce alcuni back stage degli anni Quaranta Cinquanta e Sessanta, ma rivela anche degli illuminanti retroscena inediti, che ci aiutano ad avvicinare un uomo schivo quanto affascinante e a tratti inconoscibile: un vero “poeta dell’inquietudine”.
Sullo sfondo luccicante della “fabbrica dei sogni” di Hollywood si snoda un saggio con aspetti thriller, in cui Alfred Hitchcock assume la veste di “ papa nero” in lotta contro i suoi antagonisti consustanziali: il “gota” dell’industria cinematografica più importante del mondo.
Questo libro mette a nudo gli aspetti più umani degli attori che hanno dato volto, corpo e voce alle pulsioni inconfessabili che si agitavano nel profondo della complessa personalità dell’autore. Ed ecco il nostro immaginario collettivo restituire intatte le icone delle nevrosi che ci abitano: il sorriso ambiguo di Cary Grant, la fragilità di Anthony Perkins, la depersonalizzazione di Kim Novak, la spirituale luminosità di Ingrid Bergmann e le loro vite a volte straziate a volte misteriose e inquietanti. Il mentore Hitchcock modella sul viso di ciascuno una “maschera” tremendamente aderente che il pubblico non riuscirà più a dimenticare.
Hollywood viene dunque considerata non solo come “fabbrica dei sogni”, ma anche come “tritacarne” di personalità e vite al contempo.
Dalla lettura di questo testo, attento all’indagine della realtà, esce un quadro sfaccettato delle insidie che si annidano anche nelle vite più apparentemente “vincenti”. Un libro per chi ama il cinema, ma anche per chi non ha paura di addentrarsi nelle zone d’ombra più inquietanti dell’animo umano e aprire con una sola chiave più porte di umide stanze antiche.

Editore: DiamonD EditricE
Collana: I saggi

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