Motorally abusivo, condannati tre organizzatori Antonello Chiara, Walter Pinna e Gian Renzo Bazzu

Hanno organizzato l’edizione 2009 del Sardegna Rally Race (manifestazione internazionale di motociclismo fuoristrada) senza le autorizzazione dell’amministrazione provinciale e del Comune di Olbia. Almeno è questa l’accusa che la Polizia stradale ha mosso nella denuncia a carico di Antonello Chiara, Valter Pinna e Gian Renzo Bazzu (patron della prova sarda del rally e assessore al turismo del comune di San Teodoro). Nei giorni scorsi il giudice del Tribunale di Olbia ha chiuso il procedimento condannando i tre alla pena di otto mesi di reclusione. La vicenda, complessa e molto interessante dal punto di visto tecnico legale, tocca questioni e tematiche che interessano soprattutto gli organizzatori delle manifestazioni automobilistiche, sotto diversi punti di vista. Tra l’altro le persone segnalate dalla Polstrada di Olbia alla Procura sono conosciute nell’ambiente dei rally per l’esperienza e la competenza. Sta di fatto che alla fine dell’istruttoria dibattimentale è passata la linea del pubblico ministero Daniela Fiori.
Il Sardegna Rally Race, edizione 2009, ha portato in Sardegna importanti nomi del motociclismo fuoristrada. La prova sarda della manifestazione è stata un successo. Anche per la bellezza dei territori attraversati dai piloti sulle loro potenti moto enduro. I problemi sono venuti a galla quando il comandante della Polstrada olbiese Andrea Chiminelli ha iniziato a occuparsi della gara. Il percorso toccava diverse località della Gallura, tutte di grande pregio ambientale e paesaggistico. Oltre al territorio di Olbia anche quello di altri comuni della zona. Per il pm Daniela Fiori la manifestazione venne organizzata senza le autorizzazioni degli enti territoriali. Il rappresentantedell’accusa ha spiegato al giudice che i permessi vennero anche richiesti, ma per una serie di ragioni di natura formale i procedimenti amministrativi non vennero completati con il rilascio delle autorizzazioni. I legali degli organizzatori avevano insistito su un punto che ineffetti pone una serie di problematiche non del tutto risolte durante il processo. In sostanza, dicevano i difensori di Chiara, Pinna e Bazzu,la prova non richiedeva autorizzazioni perché non si tratta di una gara di velocità, ma di regolarità. Insomma una manifestazione molto vicina, per le sue caratteristiche, ad un giro turistico per appassionati di moto fuoristrada. Ha prevalso però la linea del pm e della Polizia stradale.
Veramente ridicola la risposta della Bike Village. Basta guardare le cronache e lo stessso sito ufficiale della gara per stabilire che si tratta di una gara di velocità (ed anche altissima) e non gia’ di regolarità. Crediamo che si sentono offesi anche i piloti che vi hanno partecipato che non fanno certo gare di regolarita’ o giri turistci.

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