La sinistra e la globalizzazione.

Egregio Direttore,

Dov’erano i dirigenti dei partiti della Sinistra quando il Capitalismo ha inventato la globalizzazione? Sulla luna? Perché non la hanno contrastata attivamente anziché subirla passivamente, senza preoccuparsi dei danni che in seguito avrebbe prodotto? E perché non hanno sospettato l’inganno che ci stava sotto? Evidentemente avevano studiato poco il pensiero di Marx, oppure se ne erano (volutamente?) dimenticati. Virando verso il Centro e slittando su posizioni socialdemocratiche, beandosi di amenità e di belle parole come il “compromesso storico” berlingueriano o le “convergenze parallele” morotee, erano davvero convinti di potersi avvicinare senza danni al potere e di poterlo spartire col Capitalismo? Da cui si sono fatti dolcemente ingabbiare (forse di ciò non troppo dispiaciuti) a discapito di quelle classi lavoratrici che li avevano eletti e riponevano in loro (come “cervelli pensanti” del proletariato) ogni fiducia e speranza. E che così sono state illuse e tradite.
Politiche “suicide” i cui risultati a distanza sono sotto gli occhi di tutti: bassi salari, precarietà del lavoro, aumento della disoccupazione, riduzione delle conquiste sociali, taglio delle pensioni, povertà e miseria crescenti per larghe fasce sociali, aumento della protervia e dell’arroganza (salvo qualche eccezione) dei ceti imprenditorial-finanziari.
Non s’immaginavano che il “libero mercato” a livello globale avrebbe portato ad una concorrenza sleale tra Stati e Continenti diversi, sia per motivi culturali che di organizzazione e retribuzione del lavoro ? E che si sarebbe verificato prima o poi quel fenomeno della “trasmigrazione dei capitali” già previsto da Marx 150 anni fa, con l’esportazione del lavoro nei cosiddetti “paesi emergenti”, a bassi salari e assenza di tutele sul lavoro, nonché la internazionalizzazione dell’economia che avrebbe trasformato radicalmente il Capitalismo da industriale in “finanziario”? E che per battere la concorrenza si sarebbero necessariamente dovute tenere basse le retribuzioni ed anche ridurre quel sistema di sicurezza sociale ottenuto con tanti anni di rivendicazioni sindacali?
Bel servizio reso dalle forze politiche della Sinistra ai lavoratori italiani, che ora devono subire le conseguenze dei danni economico-sociali prodotti dalle loro imprevidenti politiche. Danni disgraziatamente aggravati dal malgoverno degli ultimi vent’anni, che ha impoverito vieppiù i ceti popolari e che la Sinistra, impegnata a conquistare consensi al “centro”, non ha saputo validamente contrastare.
Ora non le resta che recitare il “mea culpa”e leccarsi le ferite, e sperare solo che il “Governo dei tecnici” sappia e soprattutto possa (perché tenuto sotto il ferreo controllo dalle destre conservatrici) introdurre qualche riforma che attenui le nefaste conseguenze delle politiche di questa globalizzazione neoliberista voluta dalle Destre e accettata passivamente dalle Sinistre.
Ma purtroppo la lezione non le è bastata, perché nonostante tutto nella Sinistra tira ancora una certa ario di “inciucio”. E mentre la Destra, sorniona, applaude, tiene sotto scacco il “governo tecnico”e perfino rilancia la proposta di un “governo di larghe intese”, con la scusa dell’ emergenza la Sinistra si lascia ingabolare e vota tutti quei provvedimenti antipopolari che il governo propone, così i lavoratori ne faranno ancora una volta le spese.
Ma dov’è andata a finire l’opposizione, sale della democrazia, nel nostro Bel Paese? E FINO A QUANDO dovremo ancora assistere a queste manfrine?

Giovanni Dotti

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