In Marocco il primo giornale gay in arabo

All’inizio in molti pensavano si trattasse di un pesce d’aprile perche’ e’ stato pubblicato lo scorso 1 aprile. E’ la prima rivista gay del mondo arabo: Mithly, un gioco di parole che in arabo significa nello stesso tempo “omo” e “come me”. La pubblicazione e’ stata una rivoluzione nell’ambito delle battaglie libertarie. “Le sue 19 pagine, interamente deidate ad un argomento ultra-tabu’ in Marocco, ha creato molte aspettative -dice Amélie Amilhau. nel quotidiano Le Soir di Bruxelles. “Fino ad oggi tutto cio’ che si potevaleggere su di noi nei giornali marocchini era profondamente ingiurioso. Venivamo presentai come dei perversi, pericolosi per la societa’ marocchina. Con Mithly, abbiamo voluto fornire la nostra versione delle cose -dice Murad, dice uno dei giornalisti di questo giornale. Lo scopo e’ di far conoscere la voce dei gay. Ma sia mOurad che gli altri giornalisti non hanno intenzione di far conoscere la loro vera identita’. La rivista viene scritta in clandestinita’”.
La versione cartacea, stampata a Rabat, e’ stata tirata in 200 copie. Ma e’ il sito Internet di Mithy e’ quello a cui i fondatori del mensile mirano per avere maggiori lettori. L’edizione in lingua araba e’ finanziata dell’Unione Europea ed e’ senza fini di lucro. Un sito che ha subito registrato un enorme successo. E’ il fenomeno Intrernet delle ultime settimane. “Piu’ di un milione di visite in tre settimane.

Nella rivista non vengono pubblicate foto scioccnatri, ma informazioni pratiche, testimonianze di coing-out, un articolo sulla festa mondiale della donna, il ritratto letterario dello scrittore omosessuale Abdellah Taia e una risposta alle polemiche sollevate dalla visita di Elton John in Marocco.
Una rivista che e’ divenuta la bestia nera, il nemico degli islamici. “Abbiamo ricevuto delle minacce sul sito, del tipo se vi si trova vi uccidiamo. Quando leggi questo tipo di commenti, viene paura” -dice Mourad. Risultato: i cinque redattori marocchini, salvo uno he vive in Spagna, srivono con degli pseudonimi in totale segretezza.
“In Marocco, essere omosessuali e’ un crimine passibile di una pena da sei mesi a tre anni. Dopo l’indipendenza del Paese, nel 1956, piu’ di 5.000 persone sono state arrestate per “atti licenziosi o contro-natura con una persona del medesimo sesso”, cosi’ come fa sapere l’associazione marocchina di difesa dei diritti dei Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali). Kif-Kif.

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