Cannabis terapeutica prescritta da medici famiglia. Via libera da Consiglio regionale Toscana

cannabisIn Toscana i farmaci cannabinoidi, a carico del servizio sanitario regionale potranno essere prescritti anche dai medici di famiglia, sulla base di un piano redatto da uno specialista, ed essere somministrati in ambito domiciliare e non solo presso le farmacie ospedaliere. Queste alcune delle principali novità contenute in una modifica approvata oggi a maggioranza dal Consiglio regionale alla legge toscana del 2012, la prima del genere in Italia, sulla cosiddetta cannabis terapeutica, utilizzata, tra l’altro, nelle cure palliative e per alcune patologie considerate invalidanti. Il provvedimento prevede inoltre che per ridurre il costo di farmaci importati dall’estero, si possano stipulare convenzioni con centri e istituti autorizzati alla produzione o alla preparazione dei medicinali, come ad esempio l’Istituto farmaceutico militare di Firenze. Nelle scorse settimane il governatore toscano Enrico Rossi, in merito alla legge, aveva parlato della Toscana come una “regione all’avanguardia”. “Avevamo preso un impegno e l’abbiamo mantenuto – sottolinea oggi il governatore -. Ora in Toscana si può utilizzare la cannabis per curarsi. Con questa nuova legge, approvata oggi, sarà possibile usare anche la cannabis, coltivata e confezionata negli stabilimenti dell’Istituto militare di Firenze, e distribuita nelle farmacie su prescrizione del medici di famiglia”. Per Rossi “è un primo passo per rispondere alle richieste dei malati che da anni aspettano farmaci per lottare contro il dolore. A tutti loro possiamo finalmente offrire un nuovo diritto: quello di non soffrire”. L’Agenzia Industrie difesa, che gestisce il farmaceutico militare di Firenze, fa sapere che i locali per le serre di coltivazione della cannabis sono in allestimento e l’intenzione è quella di ottenere un primo ‘raccolto’ entro la fine dell’anno. Una volta a regime l’istituto fiorentino mira a produrne circa 100 chili ogni anno. Ad avanzare la proposta di modifica, poi rielaborata dalla commissione regionale sanità, è stato il capogruppo di Rifondazione Comunista-Comunisti italiani Monica Sgherri. Secondo l’assessore toscano al diritto alla salute Luigi Marroni “con la legge si è inteso facilitare e semplificare le procedure di dispensazione del farmaco. Fermo restando che la prescrizione è riservata alle strutture pubbliche del sistema sanitario nazionale, la norma consente la ripetizione della prescrizione da parte dei medici di medicina generale, sulla base di un programma terapeutico redatto dal medico dipendente del Ssn. La Toscana ha dimostrato di essere molto sensibile al tema dei farmaci cannabinoidi. E siamo anche molto contenti che questi vengano prodotti all’Istituto Farmaceutico militare di Firenze”.

In merito alla modifica della legge toscana sulla cannabis terapeutica è intervenuta Valentina Piattelli dell’Associazione per l’iniziativa radicale “Andrea Tamburi: <<Quella di ieri è stata una mossa opportuna: molti dei nodi affrontati erano stati trattati nei lunghi anni di contrattazione fra le associazioni e i funzionari ed eletti regionali>>. L’esponente radicale ricorda il complicato iter legislativo per rendere accessibile l’utilizzo della cannabis terapeutica: <<Eravamo giunti con il regolamento attuativo ad un accordo dignitoso, ma un po’ faraginoso. Purtroppo in questo campo ci vuole una chiarezza cristallina, altrimenti ogni virgola può essere interpretata in senso proibizionista. Quindi ben vengano queste modifiche che chiariscono fra l’altro che tutti i medici generalisti e ambulatoriali (Sert, Hospice e quant’altro) possono prescrivere la cannabis, e non solo quelli ospedalieri come previsto in origine>>. Anche a livello nazionale i radicali hanno messo in campo una serie di iniziative per arrivare a garantire il diritto di cura con la cannabis ai malati affetti dalle varie tipologie: non ultima la disobbedienza civile dello scorso novembre quando la segretaria di Radicali Italiani, Rita Bernardini, l’ex presidente di Radicali Italiani, Laura Arconti, e il leader storico, Marco Pannella, tentarono di cedere della cannabis ad alcuni malati.

fonte aduc

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