Intervista a Davide Solfrini, a cura di Yoshito Higashi

SolfriniCosa ti ha spinto a fare il cantante?
-Non so… è una vocazione che ho da sempre, fin da bambino la mia tv era sempre sintonizzata più sulla vecchia “Videomusic” che sui cartoni animati, poi c’erano gli LP di mio padre, soprattutto la raccolta rossa dei Beatles con tutti i testi stampati.

Parliamo del nuovo album. Bruno è la storia di un tossicodipendente che vede le sue amibizioni morire lentamente. E’ veramente senza speranza la periferia?
-“Bruno” è soprattutto una riflessione personale, penso ai vecchi tossicodipendenti che vedevo nel mio paese fin da bambino e penso alla loro vita nella quale hanno rinunciato a tutti i sogni “preconfezionati” dalla società: Famiglia, cariera, casa, certo non è un brano di “elogio”, quelle persone sono realmente i fantasmi di loro stessi, ma a volte io personalmente nella vita ho provato una certa immedesimazione in quella condizione, avere una scusa (nel loro caso l’eroina) per rinunciare a tutto e rispondere a chiunque mi proponga qualcosa: “Non ho voglia!!!”.

Solitudine urbana e solitudine esistenziale. Nelle tue canzoni ricorre spesso questo tema, come mai?
-Penso di percepirne parecchia intorno a me, io mi ritengo abbastanza fortunato perché ho dei veri amici, forse più di quelli che meriterei, ma il genere umano, la vita sociale o il “giudizio della polis” sembra spingere le persone a nascondere sempre di più le proprie debolezze, bisogna sempre più dare l’immagine di persone competitive, con una vita sociale da urlo e cose del genere con l’inevitabile conseguenza che poi non curiamo e nemmeno conosciamo ciò che abbiamo dentro.

Secondo te è più importante il testo o la musica, in una canzone?
-Entrambe le cose, non penso che un buon testo debba avere per forza dei contenuti di spessore, ma deve comunque arrivare a qualcosa dentro di noi, insomma… il testo deve “suonare” così come la musica deve “parlare”…

Ti è mai capitato di parlarti “addosso”?
-Quasi sempre, quando sarò ricco e famoso assumerò una persona che mi seguirà 24 ore su 24 e il suo compito sarà solo quello di fermarmi ogni volta che inizio a farlo.

Progetti per il futuro?
-Vivere e non solo sopravvivere
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