Stung (2015)

Paul e Julia sono i titolari di una ditta di catering che si occupa della festa organizzata dall’anziana Mrs Perch nel giardino della sua villa in campagna. Il guaio è che a causa di un uso poco chiaro di un fertilizzante agricolo al tavolo degli invitati si presenta uno stormo di vespe assassine che uccidono coi loro pungiglioni e soprattutto trasformano le loro prede in abnormi insetti ancora più grossi e ancora più pericolosi.
Per Paul , Julia e pochi altri è l’inizio di una lunga notte…
C’erano una volta i monster movies anni ’50 , cinema di serie B ad essere gentili ma inimitabile palestra di formazione di giovani divi e c’erano una volta anche i monster movies anni ’80, quelli nati sotto l’influsso della coscienza ecologista maturata in quegli anni.
Animali cresciuti a dismisura per l’utilizzo di sostanze inquinanti, mostri creati dalla dabbenaggine dell’uomo e dalla sua improvvida volontà di sovvertire ciò che la Natura ha lasciato così per migliaia di anni.
E , arriviamo al film di oggi, c’era una volta Stung, piccola coproduzione tra Germania ( maestranze tecniche) e America ( attori ),con un budget di 2,5 milioni di dollari, diretto dall’esordiente Benni Diez, uno che si è formato alla scuola degli effetti speciali e del reparto luci e scritto dall’altrettanto esordiente Adam Aresty.
Stung è un omaggio divertente e divertito a quella stagione di B movies ( quando non Z movies) usciti in gran quantità negli anni ’50 e ’80, un film che non dispensa solo sangue e trasformazioni impressionanti ma che ha di fondo sempre il suo bastimento ben carico di ironia, in bella mostra, così per non prendersi troppo sul serio.
Eppure non è così edulcorato tra sangue , frattaglie, pungiglioni negli occhi e altre amenità assortite.
Diez opta per un uso intelligente ma soprattutto limitato della computer grafica ( che quando entra in campo non è che faccia girare la testa per la sua qualità cristallina, anzi) in favore di effetti visivi rozzi ma efficaci ed effetti speciali vecchia scuola che fanno la loro porca figura in un delirio di insettoni giganti assassini di un viscido che li rende repellenti alla sola vista.
Stung racconta una storia molto basic, lineare e si capisce subito dove vada a parare anche per quanto riguarda il rapporto tra i due protagonisti, lui innamorato di lei ma senza il coraggio di dirle nulla e lei che naturalmente sa tutto e aspetta il primo passo di lui.
Non per questo perde la sua sciocca piacevolezza, è la classica commedia horror che si divora in una notte di canicola estiva ringraziando il dio del cinema che per 90 minuti ti ha fatto dimenticare l’afa che ti attanaglia la gola nella sua presa mortale.
Altro motivo per cui essere grati a Stung è la presenza di Lance Henriksen , attore che purtroppo non si vede più tanto in giro.
Sarà un caso che le trasformazioni in viscidi insetti mutanti avvengano dall’interno come avveniva in Alien ( ma anche come ne La cosa di Carpenter) ?
E sarà un caso che Clifton Collins jr nella parte di Sidney , villain che si trasforma in orrido essere mutante,con tanto di insetto che gli spunta dalla spalla, assomigli tanto , ma proprio tanto al Jeffrey Coombs del cultissimo Re-Animator?
O che venga richiamato in più di un’occasione il body horror cronenberghiano?
Benni Diez e il suo sceneggiatore rischiano con l’effetto nostalgia, danno continuamente di gomito allo spettatore per renderlo complice nel loro citazionismo filmico ma hanno il pregio di volersi ridere addosso e di non cercare cose troppo complicate.
Il risultato finale ne guadagna.
Stung è un piacevolissimo diversivo : procede sbuffando come un treno a vapore che acquista velocità minuto dopo minuto…
Soddisfazione garantita.

PERCHE’ SI : B movie divertente e ironico, ritmo sostenuto, un delirio di citazioni filmiche, Lance Henriksen
PERCHE’ NO : non ci sono troppe sorprese, la storia narrata è molto basic, la computer grafica non è certo la migliore di questo mondo.

LA SEQUENZA : quella in cui si sparge il panico nella festa all’arrivo delle vespe assassine.

DA QUESTO FILM HO CAPITO CHE :

In estate è necessario ossigenare i neuroni con film di questo genere.
Questo film ha un po’ il sapore delle buone, vecchie cose fatte in casa.
Jessica Cook è veramente bella.
La voce di Lance Henriksen da sola basta a far correre brividi lungo la schiena.

( VOTO : 7 / 10 )

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