Intervista ad Alessandro Gassmann sul film “Se Dio vuole”

ALESSANDRO GASSMANN (Don Pietro)Ci descrivi il tuo personaggio nel film?

Sono un prete un po’ “sui generis” che cerca di aiutare le persone nella vita di tutti i giorni.. gira in vespa, entra nelle loro case e gli parla in maniera normale…

Insomma faccio il “lavoro” del prete aiutando, consolando e spronando le persone ad agire per uscire dai loro problemi cercando di fargli capire che “Dio ama tutti” ma, prima di tutto, anche per poterlo amare, dobbiamo volere bene a noi stessi.

Cosa ti ha spinto ad interpretarlo?

Io non frequento la Chiesa ma se ci fossero preti cosí forse la frequenterei.

Mi piace Papa Francesco perché é un uomo pratico che parla semplicemente di cose comuni alla gente e secondo me un prete cosí gli piacerebbe. È un ruolo nuovo per me e mi ha colpito subito.

Come ti sei preparato per il ruolo? 

Ho cercato un modo per far sì che non sembrasse finto. In Italia secondo me ci sono preti così…penso ai preti che vivono in zone difficili e cercano di aiutare i ragazzi ad uscire da situazioni scomode.

Come è stato il rapporto con il regista ?

Molto piacevole. Edoardo era alla sua prima esperienza e ha ascoltato i nostri suggerimenti. Per banale che possa sembrare ci siamo divertiti…e sono sicuro che il film restituisca a chi lo guarda anche la serenitá del set.

Come è stato il rapporto con i tuoi colleghi?

Io ho lavorato molto con Marco Giallini, non ho scene con Laura Morante.

Con Marco avevo già lavorato in “Tutta colpa di Freud” e ci eravamo trovati benissimo. Poter lavorare ancora insieme a lui è stata una delle ragioni che mi ha convinto. E poi Giallini ha così tanto da imparare da me che mi sembrava doveroso stargli vicino!!!

Cè qualche episodio della lavorazione che ti ha particolarmente colpito ?

Direi che forse, come sempre succede quando lavoro con Giallini, ci facciamo ridere a vicenda e diventa difficile andare avanti. Questo è solo il nostro secondo film insieme ma è come se avessimo sempre lavorato in coppia.

Aggiungo che è la prima volta nella mia carriera che parlo  nel mio dialetto (quello romanesco).

Come descriveresti questo film?

Una bella storia, molto moderna e finalmente nuova.

Pur rimanendo una commedia parla di un argomento che difficilmente viene raccontato nel nostro cinema. Si ride e si pensa. Spero…

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