Frankenfish

Fortunatamente dietro ad uno dei titoli più geniali degli ultimi dieci anni non si nasconde un film piatto e noioso ma un lungometraggio divertente che non subisce più di tanto il temuto effetto-giungla.
Il titolo è talmente eloquente da far intuire l’intera trama, che ovviamente sfrutta situazioni di comodo e stratagemmi nemmeno tanto elaborati per intrappolare e lasciare il classico gruppetto di persone in balia di tremendi pesci dalla testa di serpente creati geneticamente, gruppo nel quale tutti hanno una buona ragione sociale per morire.
Dopo i primi venti minuti che fanno presagire il peggio, lasciando credere di dover assistere ad uno di quei film nei quali il mostro di turno uccide senza lasciarsi mai vedere, salgono prepotentemente in cattedra i pesci mutanti che rappresentano l’alternativa fluviale ai vermoni di Tremors. I Frankenfish, infatti, sono sensibili alle vibrazioni e tengono sotto assedio le loro prede fino a che non riescono a sbranarle senza pietà, ed oltre a possedere una velocità senza pari sott’acqua sono anche dotati di buone capacità terrestri, essendo capaci di poderosi salti con i quali riescono a sfondare perfino pareti di legno.
Assisteremo dunque in rapida sequenza alle esecuzioni dei due fricchettoni naturisti, del reduce del Vietnam assetato di vendetta, della biologa lesbica, freddata da un pallettone in pieno volto partito da un fucile carico rimasto dentro all’incendio di una delle case-chiatta, della vecchia di colore dedita a riti voodoo e dei cattivoni di turno, convinti di poter giocare alla caccia grossa con le terribili creature da loro stessi create. Tanta ferocia che concede molto allo splatter, a partire dalla testa mozzata di netto al rastone naturista, è ben bilanciata dalle incredibili e fulminee piroette dei pescioni, che sulla terraferma riescono ad abbozzare perfino dei saltelli in stile cane che abbaia.
Memorabile il finale nel quale i due protagonisti di colore si fanno inseguire dall’ultimo Frankenfish rimasto e riescono a sminuzzarlo con l’elica dell’hoovercraft dopo essersi piantati volutamente contro un albero.
Manca solo, a questo punto, di far fuori l’avvocato bianco, ex fidanzato della protagonista, cosa a cui provvedono Frankenfish neonati ed affamati.
Finalmente una pellicola dove la computer grafica è al servizio del FilmBrutto!

di Mark Dippé (2004)
Cast: Tory Kittles, K.D. Aubert, China Chow, Matt Rauch, Muse Watson
Autori della recensione: Marchiño

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