Commissione Grandi Rischi: Un memoriale di 224 pagine è l’atto d’accusa

224 pagine sono la memoria d’accusa presentata dal Sostituto Procuratore di L’Aquila, Fabio Picuti. Sarebbe l’atto su cui si basano le accuse rivolte alla Commissione Grandi Rischi che si riunì a L’Aquila prezzo il palazzo dell’Emiciclo, il 31 marzo 2009 a seguito della prima forte scossa verificatasi il giorno primo, nell’ambito di un sempre costantemente crescente sciame sismico. La memoria presentata da Picuti è stata allegata agli atti depositati presso l’ufficio del giudice per le indagini preliminari. La commissione grandi rischi è accusata con il suo atteggiamento di negligenza, imprudenza e imperizia con il suo atteggiamento di negligenza, imprudenza e imperizia di aver causato la morte di 32 persone e il ferimento del guardiano della Casa dello studente. La procura di L’Aquila analizza il comportamento della commissione soprattutto nell’ambito della riunione d’urgenza che fu indetta il 31 marzo che si risolse con un comunicato da parte loro nel quale si asseriva che la popolazione doveva star tranquilla e che non c’era alcun pericolo. Il fatto è che è trapelato molti mesi dopo, che il suddetto comunicato fu firmato da chi di dovere soltanto la mattina del 6 aprile a tragedia ormai avvenuta. Inoltre dalla memoria presentata da Picuti si scopre definitivamente che lo sciame sismico, sfociato nella fortissima scossa del 6 aprile, in realtà era iniziato molto prima di quanto si era mai creduto e si evince che gli eventi tellurici avevano iniziato a manifestarsi fra novembre e dicembre del 2008 e le scosse di terremoto, sempre secondo il memoriale, sarebbero state in continuo crescendo soprattutto fra il 30 marzo e il 5 aprile 2009, sia come numero di eventi e sia come intensità. Infine nelle 224 pagine sono riportate anche tutte le dichiarazioni emanate da Barberi, Boschi e De Bernardinis che in definitiva vengono prese di mira a dimostrazione della negligenza di base con cui avrebbe agito la commissione grandi rischi in merito all’emergenza che si stava per verificare a L’Aquila.

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