Creata la prima cellula sintetica… Dio ha un nome e un cognome: Craig Venter

Craig Venter, il pioniere del genoma, ha compiuto un altro passo epocale nella storia della scienza, con quella che potrebbe essere una delle maggiori conquiste scientifiche della storia: la creazione della vita artificiale.
Venter e il suo team di scienziati hanno infatti fabbricato in laboratorio per la prima volta una cellula, quella di un batterio, in grado di vivere di vita propria e di riprodursi.
Venter ha definito la sua scoperta “cellula sintetica”. Aprirà la strada alla creazione di vaccini e biocarburanti in modo completamente artificiale. Venter, nel corso di una conferenza stampa tenuta ieri, ha detto che la cellula è “la prima specie in grado di autoriprodursi che abbiamo avuto sul pianeta il cui genitore è un computer”.
Molti scienziati gli danno credito di aver raggiunto un grande traguardo tecnico con quest’operazione, sintetizzando un pezzo enorme di Dna e sostituendolo a quello di una cellula. Tuttavia molti criticano questo approccio dicendo che è troppo lento, e che ci vorranno anni e anni prima di essere in grado di progettare nuovi organismi. D’altro canto invece l’ingegneria genetica convenzionale sta facendo passi avanti significativi nel campo dei biocarburanti.
Gli scienziati hanno manipolato Dna o parti di Dna da decenni, ma la capacità tecnica di creare la vita offre un nuovo incredibile strumento di potere dell’uomo sulla natura.
“Si tratta letteralmente di un punto di svolta nel rapporto tra l’uomo e la natura”, ha detto il biologo molecolare Richard Ebright della Rutgers University.
Con questa conquista è ora possibile concepire un mondo in cui nuovi batteri, e successivamente anche nuove piante e animali, verranno concepiti su un computer e poi realizzati e cresciuti in un laboratorio. In termini di rapporto dell’uomo con la natura potrebbe essere per il XXI secolo quello che la bomba atomica è stata per il XX.
Nel breve periodo si puó già immaginare che la biologia sintetica contribuirà a produrre medicinali migliori, raccolti piú consistenti e carburanti meno inquinanti. Nel lungo periodo, i limiti saranno la fantasia e l’etica.
Ci vorrà molto tempo prima che si arrivi a progettare della forme di vita su un computer portatile ma, scrive l’Economist, è inevitabile che prima o poi succeda. Per due motivi: la straordinaria rapidità, e il calo dei costi nell’analizzare le sequenze di Dna e nell’ottenere Dna sintetico. Una volta servivano anni e milioni di dollari per decodificare una sequenza del Dna, oggi bastano pochi giorni e qualche centinaio di milioni. In tutto il mondo crescono a dismisura i database contenenti genomi di ogni forma di vita, da piccoli virus agli alberi piú alti. E il fatto che sintetizzare il Dna sia diventato piú rapido e veloce significa che presto chiunque potrà acquistare un Dna sintetizzato.

Obama chiede parere a commissione bioetica
– All’indomani dell’annuncio della creazione della prima cellula batterica sintetica, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha chiesto alla commissione di bioetica della Casa Bianca di redigere uno studio sulle questioni sollevate dall’esperimento e dalla “biologia sintetica”, e di consegnargli un rapporto entro sei mesi. Lo scrive oggi il New York Times, secondo cui Obama ha detto che i nuovi sviluppi sollevano “timori autentici”, senza peró specificare quali.
Le reazioni alla ricerca portata avanti dal biologo americano J.Craig Venter sono state di segno anche opposto: taluni hanno lodato il grande successo dei suoi lavori, altri ne hanno ridimensionato la portata, altri ancora avanzano perplessità di tipo etico, molti sottolineano l’evidente commistione fra interessi scientifici e commerciali delle ricerche di Venter.

Reazioni contrastanti nel mondo accademico Usa-
Il mondo accademico Usa ha reagito in modo contrastante alla notizia che Craig Venter, il pioniere del genoma, e il suo team di scienziati sono riusciti a creare in laboratorio per la prima volta una cellula sintetica in grado di vivere di vita propria e di riprodursi.
Per John Evans, sociologo della University of California San Diego (UCSD) – l’ateneo dove Venter nel 1975 conseguí il PhD in fisiologia e farmacologia – il traguardo raggiunto assomiglia “all’intelaiatura (biologica) di cui (Venter) ha sempre parlato”.
Ma al momento – ha aggiunto in dichiarazioni riportate dal San Diego Union Tribune – “non ha alcun uso pratico”.
Il biologo David Baltimore, vincitore del Premio Nobel per la medicina nel 1975, ha invece definito quella che potrebbe essere una delle maggiori conquiste scientifiche della storia “un tour de force tecnico”, aggiungendo un commento che per certi versi ridimensiona il lavoro del collega: “A mio avviso – ha detto Baltimore – Craig ha in qualche modo esagerato l’importanza di tutto ció…lui non ha inventato la vita, l’ha solo imitata”.
Piú entusiasta per la scoperta di Venter è invece il filosofo Lawrence Hinman, della University of San Diego: “Ovviamente – ha commentanto – c’è ancora molto lavoro da fare, ma questo è un passo in avanti cruciale per la nostra capacità non solo di comprendere la vita, ma di crearla”, e “la scoperta di Venter” avrà quindi una “sua forza simbolica”.
Giudizio ambivalente è invece quello del professor David Magnus, direttore del Centro di Bioetica presso lo Stanford Medical Center, raccolto dal San Francisco Chronicle. Secondo Magnus, “in un futuro veramente lontano” la scoperta di Venter potrà avere infatti benefici pratici, e anche nel presente apre “nuovi importanti orizzonti nel campo dell’ingegneria genetica”.
Tuttavia, Magnus – che è stato membro del panel formato dallo stesso Venter piú di 10 anni fa per controllare il suo lavoro di ricerca sul genoma – ritiene anche che potranno essere gravi rischi per il genere umano: “Questo tipo di biologia, se finisce in mani sbagliate, offre la possibilità di creare agenti patogeni mortali, e in futuro ció richiederà una stretta regolamentazione”.

‘La preoccupazione si riassume in una domanda: cio’ che sara’ scientificamente possibile sara’ anche eticamente giusto?’. Se lo chiede mons. Bruno Forte, teologo e arcivescovo di Chieti-Vasto. La risposta, spiega mons. Forte in un’intervista al Corriere della Sera, sta ‘nel parametro che unisce tutti, non solo i cristiani: la dignita’ della persona umana’.
‘Con buona pace di chi pensa che sia pregiudizialmente negativo, l’atteggiamento di fondo della Chiesa e’ di attenzione e simpatia’, soprattutto perche’, sottolinea il teologo, ‘la prima cosa e’ l’ammirazione per le capacita’ dell’intelligenza umana’. Sarebbe sbagliato dire, cosa per altro mai affermato dallo scienziato, che Venter ha ‘creato la vita’: ‘In casi simili – spiega mons. Forte – il termine ‘creazione’ e’ usato nell’accezione comune, non certo teologica. Il senso teologico e’ tutt’altro: la creazione e’ cio’ che avviene dal nulla. E l’uomo questo non lo fa: parte sempre da qualcosa che c’e”.
‘Io – conclude il teologo – distinguo sempre tra scienza e scientismo, la pretesa alienante di voler tutto risolvere e spiegare’.

“Si tratta di una creazione affascinante ma che e’ lontana dalla possibilita’ di produrre vita a tutti gli effetti, una persona insomma”. Lo ha detto Bruno Dalla Piccola, genetista e titolare della cattedra di Genetica Umana all’Universita’ degli Studi La Sapienza.” Venter e’ un eccellente scienziato e bio-ingegnere che ha messo insieme i pezzi di un mosaico ed ha creato un qualcosa che puo’ avere sicuramente delle ricadute utili per l’uomo sia ai fini della ricerca che a quelli commerciali”. Secondo il genetista dunque, “non siamo davanti ad una creazione vera e propria. E’ molto verosimile che le ricadute possano essere sui prodotti per la cura farmacologica e sulle malattie o a finalita’ ambientali come i batteri che mangiano il petrolio. Sono tutte prospettive affascinanti e stimolanti”.

“Mi auguro che l’annuncio della scoperta fatta da Craig Venter non finisca per riproporre le abituali e sterili polemiche sul ruolo della bioetica. Tutti dovrebbero sapere, e comunicare, che la riflessione bioetica non ha la funzione di indirizzare oppure ostacolare certi filoni di ricerca scientifica, bensi’ di individuare le opzioni etiche idonee ad orientare, anche in termini normativi, la sostenibilita’ delle applicazioni tecno-industriali del progresso scientifico”. Cosi’ il prof. Luca Marini, docente di diritto internazionale alla Sapienza di Roma e presidente del Centro di studi biogiuridici ‘ECSEL’. “Mi rendo conto – prosegue Marini – che, in Italia, e’ sempre forte la tentazione di proporre al pubblico le problematiche bioetiche in funzione della loro valenza ideologica e della loro spendibilita’ politica: non a caso, nel nostro Paese il dibattito bioetico si e’ da tempo avvitato sui temi di inizio-vita e fine-vita. Ma sono convinto che, nella prospettiva da me ricordata, la biologia sintetica, anche in virtu’ della sua natura essenzialmente tecnologica, finira’ per stimolare il dibattito bioetico a rivalutare il proprio compito primario”. Marini, che e’ anche vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica, cosi’ conclude: “In ogni caso, di fronte ai nuovi scenari dischiusi dalla biologia sintetica in termini di rapida convergenza dei settori di punta dell’innovazione tecnologica (nanotecnologie, neurotecnologie, ICT, robotica) e di connesse sollecitazioni industriali e di mercato (la nuova “bioeconomia”), appare sterile evocare i fantasmi immaginati da taluni (il “post-umano”); occorre, invece, individuare per tempo gli snodi suscettibili di pragmatiche mediazioni politico-normative. Cio’ presuppone e comporta anche una profonda trasformazione delle sedi istituzionali della bioetica, che apra la strada a nuovi organismi composti da tecnici ed in grado di esprimere pareri concreti e scientificamente documentati su questioni pratiche, lasciando ad altre sedi le questioni dogmatiche”.

‘Non bisogna avere ne’ paura, ne’ attendersi miracoli: l’unica implicazione immediata di questa scoperta sara’ l’esplosione delle ricerche sul Dna’.
Questo il commento alla scoperta di Craig Venter, di Umberto Veronesi , che e’ intervenuto alla presentazione della sesta ‘Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza’ in programma a Venezia dal 19 al 21 settembre prossimi.
‘Innanzitutto la cellula non e’ una cellula artificiale – spiega l’oncologo – ma una cellula vera. E’ singolare il fatto che le e’ stato tolto il Dna di origine per metterne uno artificiale, fatto in laboratorio’.
Veronesi ricorda che ‘trasferimenti di Dna ne facciamo sempre, tutti sanno che gli Ogm, ad esempio, sono dei trasferimenti di Dna. Pero’ – spiega – questo e’ un Dna creato dall’uomo. Quindi, ideologicamente, e’ un grande passo in avanti’.
Secondo il direttore scientifico dell’Ieo ‘non succedera’ niente di concreto nei prossimi anni in seguito a questa scoperta: quindi non bisogna avere ne’ paure ne’ aspettarsi grandi miracoli per la medicina. Pero’, certamente, dobbiamo ritenere che questa scoperta sia una conquista notevole, perche’ da’ all’uomo la percezione della forza del suo intelletto’.
Craig Venter ne aveva gia’ parlato con Veronesi l’anno scorso alla conferenza mondiale di settembre a Venezia. ‘Avevamo avuto una lunga chiacchierata – riferisce ora Veronesi – e mi aveva gia’ annunciato che era molto vicino a questa realizzazione’.
Realizzazione che non avra’ implicazioni pratiche nel breve futuro: ‘Ci sara’, comunque – dice l’oncologo – un’esplosione di ricerca sul Dna, che gia’ e’ molto intensa. Ma con questa scoperta cominciamo a renderci conto che l’applicazione di sistemi informatici alla ricerca sul Dna raddoppia il suo interesse, perche’ possiamo costruire Dna in laboratorio’.
Sulle possibili applicazioni in oncologia Veronesi e’ lapidario: ‘In questo momento e’ difficile dirlo. Non c’e’ nessuna linea di ricerca che oggi possa trarre vantaggi da questa scoperta. Purtroppo, il Dna di una cellula tumorale e’ quello che e’: dovremmo svuotarlo e metterci un Dna nuovo. Ma questo e’ impensabile’.
Veronesi pero’ non vede rischi di sorta nella scoperta di Craig Venter: ‘Questo Dna e’ piccolino come il Dna di un virus – dice -. Pero’ un Dna da solo non e’ un essere vivente. Vive e funziona solo se e’ messo all’interno di una cellula’.

Il significato piu’ grande che ha la creazione della prima cellula sintetica ‘e’ un significato piu’ che altro filosofico perche’ per le ricadute pratiche, se ce ne saranno, bisognera’ aspettare molto tempo’. Cosi’ Paolo Vezzoni, direttore del Reparto Genoma Umano dell’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR di Milano, commenta all’ASCA, la scoperta di Craig Venter che ha creato in laboratorio un batterio artificiale.
‘La produzione di farmaci che si e’ ipotizzata – ha aggiunto Vezzoni – non e’ sicuramente immediata. Per quanto riguarda gli sviluppi futuri la scoperta apre una via in linea teorica: potra’ aiutare nella manipolazione dei genomi ma anche questa non e’ una cosa cosi’ immediata e la manipolazione di batteri per produrre farmaci c’era gia”.

Una ‘cellula minimale’, che racchiuda in se’ l’Abc della vita e completamente costruita in laboratorio, dalla membrana al Dna: e’ il progetto al quale si sta lavorando in Italia, fra universita’ di Roma Tre e centro ‘Enrico Fermi’.
‘Come il gruppo di Craig Venter, anche il nostro lavoro punta alla vita artificiale, ma con un approccio completamente diverso’, ha detto Giovanni Murtas, del centro ‘Fermi’ e collaboratore del gruppo dell’universita’ Roma Tre coordinato da Pier Luigi Luisi. Il lavoro di Venter e’ partito da un batterio esistente, ha realizzato una copia sintetica del suo Dna e l’ha trasferita in un altro batterio. ‘In questo modo ha ottenuto una cellula semi-sintetica’, ha osservato Murtas. ‘Noi siamo partiti costruendo in laboratorio una sfera di lipidi simile alla membrana della cellula che puo’ sintetizzare proteine che vanno ad accrescerla’.
Il prossimo passo, entro 1 o 2 anni, sara’ farla dividere; poi inserire al suo interno pochissimi geni, un centinaio al massimo, assemblati in modo semplice, e dimostrare che questa cellula minimale e’ capaci di dividersi.
Cellule come queste potranno essere utilizzare come bioreattori per produrre farmaci e rilasciarli nell’organismo umano, oppure in laboratorio per sperimentare nuove molecole di interesse industriale. La cellula minimale, infine, sara’ anche la chiave per carpire i segreti dell’origine della vita.

Ci sara’ anche una pillola contraccettiva che permette di decidere quando avere le mestruazioni fra le novita’ che invaderanno il mercato nei prossimi anni. Questa e altre innovazioni sono state presentate dalla Bayer durante il congresso europeo sulla Contraccezione in corso all’Aia.
‘Ormai le donne danno per scontato che la pillola eviti le gravidanze indesiderate – ha spiegato Anne Szarewski, del Wolfson Institute of Preventive Medicine – ora fra le principali esigenze c’e’ il non avere le mestruazioni, o sapere esattamente quando averle’.
La nuova versione potrebbe arrivare gia’ nel 2012, e permettera’ di decidere l’arrivo del ciclo in un range di 24-120 giorni. Verra’ somministrata con un dispenser computerizzato che avvertira’ l’utilizzatrice di quando prenderla. Fra le novita’ dei prossimi 10 anni ci saranno preparati con nuove formulazioni e principi attivi ‘aggiuntivi’, come l’acido folico. Per le donne che non amano prendere farmaci in pillole arrivera’ anche un cerotto con una quantita’ di ormoni molto inferiore a quelli attuali e ‘invisibili’ e, dal 2015, un ‘foglietto’ con diversi gusti che si scioglie in bocca rilasciando gli ormoni. Non ci saranno invece novita’ sul ‘pillolo’: ‘Abbiamo provato per decenni a produrre una pillola per l’uomo, ma abbiamo concluso che e’ tecnicamente impossibile – ha spiegato Philip Smits, vicepresidente delal compagnia – perche’ bisogna ‘combattere’ con milioni di spermatozoi, e non con un singolo ovulo’.

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