Caffè, il nuovo film diretto da Cristiano Bortone, arriverà nelle sale italiane con Officine Ubu, giovedì 13 ottobre

caffe-il-nuovo-film-diretto-da-cristiano-bortone-dopo-la-calorosa-accoglienza-ai-venice-days-2016-arrivera-nelle-sale-italiane-con-officine-ubu-giovedi-13-ottobreCaffè, il nuovo film diretto da Cristiano Bortone, dopo la calorosa accoglienza ai Venice Days 2016 arriverà nelle sale italiane con Officine Ubu giovedì 13 ottobre.
Attraverso il filo conduttore di un prodotto universale ed evocativo come il caffè, il film racconta tre storie di oggi, ambientate in tre parti del mondo molto lontane tra di loro, ma emozionalmente molto vicine. Il film è una co-produzione internazionale che vede il coinvolgimento di Italia, Belgio e Cina.
In Belgio, Hamed, fuggito dall’Iraq alla ricerca di una vita migliore, è il proprietario di un piccolo banco dei pegni. Durante una violenta manifestazione di protesta il suo negozio viene assaltato e un’antica caffetteria d’argento a cui era legato da generazioni viene rubata. L’uomo scopre l’identità del ladro e, andando contro la sua indole pacifica, cerca di farsi giustizia da solo, ma le cose non andranno come previsto.
Il protagonista della storia italiana è Renzo, un giovane sommelier del caffè che lavora sottopagato in un bar di paese. Quando la sua fidanzata Gaia scopre di essere incinta, Renzo finisce per farsi coinvolgere in una rapina ad una torrefazione che prenderà una piega inaspettata.
Dall’altra parte del mondo, nel cuore della Cina, Fei è un giovane manager di successo che sta per sposarsi con la figlia del magnate dell’industria chimica per cui lavora. Tutto procede in modo perfetto, finché non gli viene chiesto di occuparsi di un grave incidente negli impianti dello Yunnan, regione dalla quale proviene e patria della produzione del caffè. In un paesaggio straordinario una misteriosa artista costringerà Fei a fare i conti con i valori della vita.
Un intreccio struggente, una risoluzione finale e un messaggio di speranza: con le sue tre storie, Caffè racchiude i profumi e le fragilità della società attraverso una profonda riflessione sul mondo contemporaneo.

“Con Caffè – dichiara Bortone – ho cercato di raccontare le incertezze dei nostri tempi attraverso le storie di tre personaggi comuni, in luoghi diversi di un mondo sempre più piccolo. Hamed, Renzo e Fei combattono come tutti noi la loro piccola battaglia personale, ma essa è solo un tassello di problematiche più grandi: il flusso epocale di migranti e lo scontro tra popoli e culture, il declino economico in cui versa la società occidentale, l’emergenza ecologica. Ho deciso di legare questi tre destini attraverso l’elemento del caffè, un prodotto apparentemente quotidiano ma in realtà ricco di simbolismi e legato a momenti importanti della nostra civiltà. Un prodotto che grazie al senso del gusto ci evoca emozioni e sentimenti”.
Protagonista delle 3 storie un cast internazionale: Dario Aita (La prima linea, serie tv Questo nostro amore), Miriam Dalmazio (Maraviglioso Boccaccio di Paolo e Vittorio Taviani, Sole a catinelle di Checco Zalone, serie tv Che Dio ci aiuti) e Ennio Fantastichini (Mine Vaganti, Io e Lei, Saturno Contro, Porte aperte) per la parte italiana; Hichem Yacoubi (Un Profeta, Munich, Timbuctu) e Koen de Bouw per la parte belga, e le star cinesi Zhuo Tan (tra i film interpretati Spring Fever – in concorso al 62 Festival di Cannes), Fangsheng Lu e Sarah Yimo Li.
Il film è prodotto da Orisa Produzioni con Rai Cinema, Savage Film, Road Pictures e China Blue, con il sostegno del Mibact, della IDM–Film Commission dell’Alto Adige (le riprese italiane sono avvenute a Bolzano), di Screen Flanders, di Yunnan Comm. Group e D’Hive. Caffè è soprattutto la prima co-produzione ufficiale con la Cina, dopo la firma del trattato siglato tra i due Paesi (infatti in Cina uscirà come film cinese) ed è girato in lingue e paesi diversi. Un’operazione importante per l’Italia e pioniera nel genere, dall’ampio respiro internazionale, con attori, maestranze e troupe interamente di ognuno dei tre paesi coinvolti.

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.