Quattro chiacchiere con la band NOWHERE

Partiamo dalle origini… Come e quando vi siete conosciuti?
Ci siamo conosciuti esattamente nel febbraio di due anni fa, agli arbori della nostra band. Prima di allora, tolto che esserci incontrati qualche volta in giro, praticamente non ci conoscevamo. Ognuno di noi desiderava creare un gruppo per fare musica e di conseguenza delle persone disposte a suonare. Così, dopo aver sparso la voce ci siamo incontrati in una birreria della nostra zona: quel giorno nacquero i NOWHERE!

Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante?
La cosa curiosa di noi componenti dei NOWHERE è che siamo cinque persone con cinque gusti musicali abbastanza diversi fra loro. Sin dall’inizio, quando cominciammo a comporre i nostri primi inediti, ci prefissammo l’obbiettivo di creare qualcosa che piacesse ad ognuno di noi. I nostri brani sono dunque il connubio di cinque identità diverse che vanno ad amalgamarsi in un’unica identità di gruppo, fino a diventare il risultato che oggi possiamo riscontrare in “Dreams”, brano a cui è dedicato il nostro video.

Avete dei “punti di riferimento”?
In realtà, se parliamo di ispirazione nello scrivere i brani non abbiamo mai accostato il nostro lavoro ad una band in particolare. Quando componiamo andiamo spesso “a sentimento”, lavorando sulle idee più disparate e collaborando fra di noi a seconda del nostro stato d’animo. Parlando di richiami musicali, gli Alter Bridge sono quelli che più ci danno stimoli per fare musica. Abbiamo avuto la fortuna di ammirarli dal vivo e la loro energia è la stessa che in un futuro vorremmo poter riuscire a trasmettere anche noi.

Parliamo della vostra ultima fatica: “Where We Belong”. Da dove nasce? 
Where We Belong nasce dall’unione di tutti i nostri primi lavori di squadra. Come si può notare, ogni brano all’interno di questo EP è abbastanza singolare rispetto agli altri. Abbiamo volutamente creato un contenitore variegato in cui poter trovare brani molto dolci e caldi e al tempo stesso pezzi più aggressivi e graffianti. Insomma, il nostro primo EP riesce secondo noi ad accontentare un po’ tutti i tipi di orecchio.

Perchè la scelta dell’inglese? 
Sicuramente l’inglese è la lingua che più si presta al genere che noi facciamo. La maggior parte dei gruppi che più ci piacciono, del resto, compone brani in inglese. Per noi i testi sono di importanza fondamentale e chiaramente la scelta delle parole non è casuale. Oggettivamente, c’è da dire che è una lingua armoniosa, ma al tempo stesso decisa e carica di suono. Questo va ad incastrarsi perfettamente con alcuni nostri passaggi musicali.

Progetti futuri?

Come abbiamo sempre fatto sin dagli inizi, vogliamo continuare a portare avanti la nostra musica e lanciarci in altre esperienze, come sono state quelle dell’EP o del video. Abbiamo già diversi nuovi inediti in lavorazione e sarebbe bello in un futuro incidere un intero album. Quel che è certo è che non smetteremo di suonare in giro con il nostro entusiasmo, per far divertire chi ci segue nei live e per darci ulteriori stimoli per il futuro.

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