Le avventure del Principe Achmed

Lotte Reiniger con il film Le avventure del Principe Achmed realizzò nel 1926 uno dei primissimi lungometraggi del cinema d’animazione, considerato per decenni il primo lungo d’animazione, anticipatore di alcune intuizioni di Disney, idolatrato dai cinefili. Un’opera avventurosa anche nella produzione, durata tre anni di lavoro, la cifra monstre di 300.000 immagini, silhouette, effetti speciali ante litteram realizzati utilizzando la sabbia e l’avvenIristico ‘apparato Fischinger’; una pellicola straordinariamente preziosa andata distrutta nella battaglia di Berlino del 1945 ma di cui il British Film Institute conservava un secondo negativo, ristampato nel ’72 e da lì proiettato nel mondo. Un film in bianco e nero ma capace di regalare un colorato mondo di favola, continue invenzioni visive, un incanto per gli occhi.

Lotte Reiniger, regista tedesca del cinema d’animazione, nacque a Berlino il 2 giugno 1899. In sessant’anni di attività condotta in modo nomade in Europa (e in Canada), è stata la pioniera e la maggiore esponente della tecnica delle ‘ombre cinesi’ o silhouette animate che ha elevato, attingendo al mondo della favola e dalla musica, a forma d’arte cinematografica. Allieva di recitazione del ‘mago’ del Teatro Max Reinhardt, collaboratrice di Paul Wegener, nel 1919  realizza il primo esempio di cinema di silhouette, ‘L’ornamento del cuore innamorato’. Nel 1923 inizia la produzione del suo capolavoro Le avventure del Principe Achmed, terminato nel ’26, tre anni di lavoro che un entusiasta Bertolt Brecht avrebbe definito “di diligenza quasi asiatica”. Da qui verranno il successo e decine di titoli di animazione, tra cui versioni de Il flauto magico, de L’elisir d’amore, della Tosca, di Carmen. Esule dalla Germania nazista per anni assieme al marito Carl Koch, con cui visse un nomadismo artistico per l’Europa, e anche in Italia, ha proseguito la sua attività nel cinema e nel teatro di ombre e burattini, di cui resta sovrana. Si è spenta nella Repubblica Federale Tedesca nel 1981. Si definiva un’artista delle caverne primitive, ma la sua opera non smette di incantare gli spettatori.

 

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