La Cargill alimenta la deforestazione illegale: protesta negli Stati Uniti

Presentando un rapporto che dimostra il legame del colosso agroalimentare Cargill con il crimine forestale organizzato, il Rainforest Action Network (RAN) si è infiltrato negli uffici dell’impresa a Wayzata, nel Minnesota, bloccandone le attività. Secondo il RAN, la Cargill è responsabile della deforestazione in Indonesia, per la produzione di olio di palma. Gli attivisti sono stati arrestati.

Secondo il rapporto pubblicato dal RAN, la Cargill possiede due piantagioni di palma da olio in Kalimantan occidentale tenute segrete, che stanno distruggendo foreste torbiere. Membro di spicco del Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO), la Cargill ha smentito le accuse del RAN:  in una dichiarazione pubblica che la relazione di Ran era falsa: “Non abbiamo piantagioni  nascoste al pubblico, dove faremmo cose che non vogliamo far sapere. facendo cose che non farebbe in pubblico presso le piantagioni di noi chiaramente possedere e gestire,” ha detto Lori Johnson, un portavoce Cargill.

Tuttavia, dalle indagini sul campo condotte da RAN e dell’associazione locale, Kontak Masyarakat Borneo (KMB) è emerso che la Holdings CTP, un’impresa controllata Cargill, possiede due piantagioni di olio di palma, il cui possesso non è stato dichiarato né al governo indonesiano, né al RSPO. Secondo RAN entrambe le piantagioni opererebbero senza i necessari permessi di (licenze di attività, concessioni di forestali permessi di taglio).

La più grande delle due piantagioni, valutata attorni ai 15.000 ettari, ha abbattuto 10.500 ettari di foresta pluviale dal 2005 ad oggi, una superficie valutata da RAN come superiore a tutti e quattro i parchi tematici di Disneyland. Il rapporto aggiunge che le foreste in questione sorgono su uno spesso strato di torba, il cui degrado rilascia in atmosfera ingenti quantità di carbonio. L’impresa avrebbe inoltre invaso territori indigeni senza alcuna autorizzazione. Dato che le due piantagioni non esistono sulla carta, esse stanno direttamente frodando il governo indonesiano e i criteri del RSPO.

Non è la prima volta Cargill è stata colta sul fatto per i suoi approvvigionamenti di olio di palma. Oltre a gestire piantagioni proprie, la Cargill acquista l’olio di palma da fonti note come legate al crimine ambientale. E’ il caso delle imprese che fanno capo al potente gruppo Sinar Mas.  Recentemente sia la Unilever che la Nestlé hanno chiuso i contratti con queste imprese proprio a causa del loro impatto ambientale. Greenpeace ha avviato un braccio di ferro con la Nestle, poiché ha interrotto i legami con la Sinar Mas, ma non col la Cargill e di conseguenza i prodotti della Sinar Mas rientrano dalla finestra attraverso la Cargill.

Fonte: http://www.salvaleforeste.it

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