Fotografa e attivista fuggita dal nazismo riceve la massima onorificenza tedesca

La fotografa Claudia Andujar, sfuggita da bambina alla persecuzione nazista e divenuta poi promotrice della campagna per salvare una tribù amazzonica, ha ricevuto il Premio Goethe – la massima onorificenza culturale in Germania.

La fotografa ha ricevuto oggi il prestigioso premio nel corso di una cerimonia a Weimar. Tra i precedenti vincitori: il musicista Daniel Barenboim, lo scrittore John le Carré, e l’architetto Daniel Libeskind.

Claudia viene premiata per il suo straordinario lavoro con gli Yanomami, che ha contribuito alla creazione della più grande area di foresta tropicale al mondo sotto controllo indigeno. La campagna è stata portata all’attenzione internazionale da Survival International. Secondo i ricercatori, gli Yanomami non sarebbero sopravvissuti senza l’attivismo di Claudia.

Stephen Corry, Direttore generale del movimento mondiale per i popoli indigeni Survival International, presenterà Claudia alla cerimonia di consegna del premio, riconoscendole un ruolo essenziale nella sopravvivenza del popolo yanomami. Alla cerimonia parteciperà anche l’illustre sciamano yanomami Davi Kopenawa, noto come il “Dalai Lama della foresta”. Davi arriverà poi in visita in Italia la prima settimana di settembre per presentare l’edizione italiana del suo libro ‘La caduta del cielo’.

Claudia Andujar si è recata per la prima volta nel territorio yanomami negli anni ’70 come fotografa, ritornandovi molte volte per visitare la tribù e vivere con lei. Ha visto i bulldozer radere al suolo i villaggi yanomani per costruire l’autostrada transcontinentale, e ondate di malattie importate prima dagli operai e poi dai cercatori d’oro illegali decimare la popolazione della tribù.

“Nei campi di concentramento i prigionieri erano marchiati con numeri tatuati sulle braccia. Per me erano segni di una condanna a morte” ha raccontato Claudia al Goethe Institute. “Quello che ho cercato di fare in seguito con gli Yanomami è lasciare un segno nella loro vita, per la loro sopravvivenza.”

Nel 1992, dopo una campagna lunga 14 anni, il Brasile ha finalmente riconosciuto il territorio yanomami. Tuttavia, la tribù continua a subire serie minacce perché le autorità brasiliane non proteggono adeguatamente l’area. Un’epidemia di morbillo sta attualmente minacciando la sopravvivenza della tribù al confine tra Venezuela-Brasile e il territorio è ancora invaso da minatori illegali che portano violenze e malattie.

Fonte: www.survival.it

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