Istigazione al suicidio. Avviso di garanzia a presidente Exit

Un avviso di garanzia è stato notificato dai carabinieri di Torino a Emilio Coveri, presidente di Exit-Italia centro di studi e documentazione sull’eutanasia. Il provvedimento, emesso dalla procura di Catania, riguarda la storia di un’insegnante siciliana morta l’anno scorso in una clinica svizzera dove viene compiuto il suicidio assistito. La vicenda è emersa nel corso della trasmissione ‘Chi l’ha visto’ di mercoledì scorso, alla quale si era rivolta la famiglia della donna per raccontare la vicenda. “Mi è stato notificato un avviso di garanzia per istigazione al suicidio, come è accaduto a Marco Cappato per intenderci – afferma Coveri -. Non sono rammaricato per ciò che ha fatto il giudice ma non rinnego quello che ho detto alla signora. Non era assolutamente depressa, come dicono ora, ma soffriva di una malattia gravissima che non le rendeva degna la vita né le consentiva di continuare il lavoro da insegnante. Mi dispiace vedere la famiglia, che le avrebbe impedito di andare a morire dignitosamente, e il fratello quando dice che sarebbe andato a prenderla. Mi è difficile comprendere cosa sia per loro la carità cristiana a questo punto”.Coveri ha conosciuto la donna nell’agosto del 2017, quando la 47enne della provincia di Catania si era iscritta alla Exit Italia, per ricevere informazioni sul suicidio assistito: “Le ho indicato indicato tre cliniche svizzere da potere contattare, tra le quali lei aveva poi scelto la Dignitas di Zurigo”, spiega.Secondo il presidente dell’associazione il problema è che: “Non si vuole capire che intendesse decidere lei della sua vita. Ha fatto un testamento biologico, messo per iscritto. Trovo grave l’irrispettosità da parte dei familiari e quando mi ha detto che loro non sarebbero stati d’accordo, le ho detto di prendere contatti e partire”. Infine, Coveri afferma di ricevere circa 90 telefonate alla settimana: “Non capisco perchè dobbiamo andare in Svizzera a spendere tanti soldi quando invece potremmo agire in Italia. A maggio ho consegnato personalmente la nostra bozza di progetto di legge ai gruppi parlamentari alla Camera e non so più niente”.

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