Quattro chiacchire con i SoulFtaara

Cosa vi ha spinto a fare musica?
La forte esigenza di comunicare ciò che hai dentro è la prima cosa che ci ha spinto a fare musica. Credo che nella nostra esperienza personale, e un po’ di tutti gli artisti, ci sia come obiettivo primario l’espressione di ciò che abbiamo nel profondo e che spesso non riusciamo a comunicare in altro modo.
Abbiamo la fortuna di poter utilizzare la musica come strumento di comunicazione diretto ed è proprio questo il punto comune che ci ha unito e ci ha portato a mettere insieme i nostri vissuti e i nostri sentimenti più profondi.

Parliamo della vostra ultima fatica…
Sonorità oltreoceano ma testi in lingua italiana. Come mai?

Tutto nasce dal nostro background personale. Siamo accomunati tutti da forti influenze della black music, che emergevano durante la composizione musicale. Ma c’è anche un grande legame con le nostre radici, con la nostra terra che ci ha spinto a scrivere in italiano e a comunicare nel modo più naturale possibile, ciò che volevamo esprimere.
Quindi perché scegliere una sola strada se abbiamo la possibilità di percorrerle entrambe?

Raggiungere un proprio stile e identità, quanto è importante per un musicista?
L’identità per un artista è l’elemento fondamentale. Purtroppo è difficile oggi sviluppare una propria identità per chi si approccia alla musica. La didattica si concentra sull’emulazione del linguaggio degli artisti che ci hanno preceduto, senza però coltivare una crescita individuale dei giovani musicisti.

Quali sono i vostri punti di riferimento?
Sicuramente chi ha cambiato ogni nostro punto di vista è la band australiana “Hiatus Kaiyote”, ma sicuramente altre band come i Moonchild o artisti come Thundercat, The Internet e Robert Glasper.
In italia invece ringraziamo tanto Ghemon, Willie Peyote e Ainè che hanno portato questo mood nel mercato musicale italiano.

Perchè i nostri lettori dovrebbero comprare il vostro cd?
Abbiamo l’idea che ascoltare la musica degli altri sia come prendere un caffè con una o più persone. Ti prendi un momento per te, conosci un po’ più a fondo una persona, ne carpisci i dettagli, e scopri in modo più ravvicinato se quel mondo in cui stai entrando fa per te oppure no.
Qualsiasi sia la “scelta” finale, tornerai a casa con qualcosa in più, qualcosa di diverso, che prima non avevi.
Questo per noi è un modo per farci conoscere e per “chiacchierare” con chiunque comprerà il nostro CD.
E qualsiasi sia la reazione finale, avremo comunque lasciato qualcosa di noi.

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.