Quattro chiacchiere con Andrea Lorenzoni

Cosa ti ha spinto a fare musica?
Mi ha spinto a fare musica una passione naturale.

Per l’impegno serve sempre il talento?
Il verso “persino per l’impegno serve un po’ di talento” del brano “Sfide velodromiche sul Kilimangiaro” ha un senso ironico. Se una persona ha talento per l’impegno parte avvantaggiata, ma – rispondendo alla domanda – per impegnarsi nelle cose non serve sempre il talento, a volte basta molta volontà.

Quanta forza ci vuole per andare via?

Per andare via ci vuole molta forza, non fisica ma di volontà, generata dalla consapevolezza, che dà sicurezza e coraggio.

Se la vita è un grande sogno, il sogno può essere una grande vita?
Credo proprio di sì. Se intendiamo per sogno una fantasia bella, la dimensione onirica è un grande motore di desiderio per raggiungere traguardi.

Se nessuno capisce quel che non è pronto a capire, perché molti restano e altri partono?
Le due cose non sono in contraddizione, anzi la seconda è una conseguenza della prima. C’è chi parte e c’è chi resta proprio per l’impossibilità di reciproca comprensione o reciproco soddisfacimento. Ognuno, per storia personale e corredo genetico, necessita del proprio percorso per poter arricchire la visione sul mondo che lo circonda. Purtroppo non sempre questa evoluzione è possibile e ciò può creare ulteriori difficoltà.

Parliamo della tua ultima fatica… “Senza Fiori”.
“Senza​ fiori” è un disco che vuole rappresentare il mondo nelle sue diversità. Ogni canzone ha un suo genere musicale e un suo stile di scrittura, come fosse un singolo individuo della società. Chiaramente l’impronta artistica non può che essere ricondotta a me ma il messaggio di base dell’album è quello di cercare la bellezza nella diversità, con spirito curioso e senza il timore di perdere se stessi. Ritengo che dietro questo piccolo atto di coraggio si apra la felicità e la meraviglia della vita. Levando un po’ di orpelli e di finzione alle nostre esistenze credo scopriremmo le nostre essenze più profonde e quindi la possibilità di una convivenza migliore. Se nel disco precedente, “Mondo club”, facevo un piccolo passo verso la società nel suo complesso, con “Senza fiori” chiedo di farlo agli ascoltatori.

Perché i nostri lettori dovrebbero comprare il tuo cd?
I lettori dovrebbero comprare l’album perché le canzoni che contiene fanno muovere il pensiero oltre che l’emotività; perché è un disco che richiede dei tempi comodi per l’ascolto e per la riflessione; perché è un lavoro volutamente sovversivo rispetto agli algoritmi del mercato, non rispondendo a un solo genere definito; perché può aprire migliori prospettive di piacere a chi abbia voglia di fare un piccolo salto verso l’ignoto.

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