Addio a Enrique Irazoqui, che fu interprete de “Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini

Incroci del destino: Enrique Irazoqui.

Nella ricerca di nuovi sostenitori che ci consentano di portare avanti i progetti benefici dell’associazione ci capita spesso di imbatterci in attori o attrici che, sebbene abbiano lasciato un segno indelebile nel mondo del cinema, si sono poi trovati a percorrere altre strade. Il loro volto però, così come la performance attoriale, restano indelebili sulla pellicola e nei ricordi di molti. È senza dubbio il caso di Enrique Irazoqui, il Cristo protagonista “involontariamente” del capolavoro di Pier Paolo Pasolini “Il Vangelo secondo Matteo” girato tra Matera, Gioia del Colle e altre splendide località italiane che fu presentato nel 1964 alla Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia.
Giovane diciannovenne antifranchista e comunista, Irazoqui si recò in Italia nel 1964 per conto del sindacato universitario clandestino di Barcellona di cui era parte attiva al fine di ottenere l’appoggio di personaggi importanti nel panorama culturale italiano dell’epoca che potessero validare la causa da lui perorata. Fu forse il destino a potarlo a conoscere Pier Paolo Pasolini il quale, in cambio dell’appoggio richiesto, chiese ad Enrique di interpretare il Cristo nel suo prossimo film – ruolo nettamente in contrasto con gli ideali del giovane Irazoqui, ateo e più propenso alla rivoluzione che al cinema.
Sebbene dunque in un primo momento fosse contrario, il ragazzo fu persuaso ad accettare l’incarico convinto che il lauto compenso sarebbe stato sicuramente utile alla causa – a cui poi, di fatto, lo devolse.
Di quei tempi Irazoqui racconta di non aver affatto avuto l’impressione di essere in un film e ricorda di girare sul set per circa dieci minuti, poi di giocare a pallone.
Una volta tornato in Spagna il neo attore scoprì che la sua partecipazione nel film non solo non passò inosservata ma fu anche motivo di ripercussioni da parte del regime franchista. Di conseguenza la strada del cinema comincia a farsi sempre più lontana, un po’ come l’Italia: il giovane si sposta a Parigi per seguire gli studi di economia, si laurea, ma queste nuove vesti gli stanno strette. Si sposta così negli Stati Uniti e si laurea nuovamente, questa volta in letteratura spagnola, assumendo ancora una volta altre vesti: quelle di insegnante in diverse università americane.
Sembra così un cerchio che si chiude quello che lo vuole nel 2011 di nuovo a Matera, in Italia, per una mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini in cui gli viene concessa la cittadinanza onoraria della città: come se quella fosse la fine di un viaggio durato una vita.

Nell’agosto 2020, la History Life Onlus, ringraziava pubblicamente l’attore per averla sostenuta autografando diverse fotografie dell’epoca e una fotobusta originale del film del grande Pasolini.

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