I rapporti tra artisti e musei cambiarono la loro natura quando furono fondati i musei di arte moderna. All’epoca, si trattava di avviare un dialogo tra artisti e musei, per dare vita ad un luogo ove sarebbe stato proposto il punto di vista degli artisti. Tra gli anni Settanta e Ottanta, infatti, apparvero un numero considerevole di istituzioni artistiche, che proponevano un nuovo rapporto tra artisti e musei, dove, questi ultimi, tendenzialmente perdevano la loro centralità.
Con l’inizio del XXI secolo, la questione inerente il difficile e complesso rapporto tra artisti e musei è stata sollevata di nuovo. Tuttavia, questa volta, alla luce delle esperienze di un nuovo istituzionalismo, come pure attraverso tutta una serie di proposte per trasformare le istituzioni dall’interno, al fine di dare una nuova luce al concetto stesso di creatività.
Non per nulla, oggi come oggi, si dibatte su una questione alquanto spinosa. Ovvero: i musei sono la casa degli artisti, luoghi ove possano trovare ispirazione e in cui desiderano un giorno essere esposti, o sono, al contrario, luoghi da evitare, depositari di valori superati, sventure per ogni impegno artistico nel mondo contemporaneo?
Indiscutibilmente il rapporto fra gli artisti e i musei non è univoco, così come è indiscutibile che la situazione degli ultimi anni possa essere paragonata a quella del XIX secolo, ossia a quella che ha accompagnato la fondazione museo di arte moderna e che, in gran parte, si andava a basare sui dibattiti in auge negli anni 1960-1970, i quali si incentravano sul nuovo ruolo delle istituzioni artistiche. Nell’attuale contesto, che vede molteplici pressioni esercitate sui musei in nome degli imperativi della redditività e dell’aumentata frequentazione, non è certo che il posto degli artisti sia centrale come, talvolta, viene ad essere proclamato.
In ogni caso, sono regolarmente invitati a partecipare a mostre ed eventi di ogni genere, a testimonianza dell’importanza data alla loro azione nello sviluppo dell’offerta culturale del museo. Il difficile e complesso rapporto tra artisti e musei, tuttavia, dovrebbe essere imprescindibilmente collegato al graduale adattamento delle istituzioni ai progetti degli artisti. In estrema sintesi, non può essere affrontato come se si stesse giocando su NetBet slot machine.
Con rare eccezioni, fino agli inizi del XX secolo, il rapporto tra artisti e musei è rimasto abbastanza semplice. I musei esponevano solo poche opere di artisti viventi e si accontentavano, principalmente, di offrire loro l’accesso a dei modelli al fine di arricchire l’apprendimento nella loro professione. Il punto di vista degli artisti sui musei, seppure, talvolta, visti come spazi angusti, limitanti la loro libertà di creazione, era, quindi, quello di considerarli come luoghi di apprendimento. Un punto di vista complessivo che, logicamente, è opposto agli obiettivi dei promotori della modernità nell’arte, il cui scopo è quello di far apprezzare le opere attuali, indipendentemente dai loro modelli, enfatizzando l’idea di una irriducibile autonomia e autoreferenzialità dell’attività artistica.
A tal proposito, è interessante ricordare che, già nella prima metà del Novecento, si discuteva sulla creazione di un museo che mettesse al centro gli artisti e che fosse gestito da critici o collezionisti, piuttosto che da funzionari! In un certo senso, ancora oggi, si è alla ricerca di come poter essere più adatti a supportare la progettazione, la produzione e la diffusione di vari progetti artistici.
Non per nulla, andando a concludere, molti artisti hanno smesso di concepire il loro rapporto con i musei come esclusivo ingresso delle loro opere nelle collezioni pubbliche e hanno scelto di concentrarsi maggiormente sulla loro presenza all’interno di programmi e di accordi istituzionali che li supportano.

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.