Roma fra i settanta e i novanta aveva una forza dirompente. La Rivoluzione sessuale aveva sdoganato il flirt ad alto tasso erotico dalle contorsioni dei democristiani.
Il piacere era il dovere della “gente bene” e la trasgressione era condita di buon gusto.
I salotti erano lussuosi ma vi albergava cultura, stile, disinvoltura e tanta, tanta leggerezza. La leggerezza che oggi pare negata dalla curva epidemica.
Due uomini diversissimi e bellissimi stupivano e nutrivano il “jet set”Gil Cagnè e Biagio Arixi; Bonnie e Clyde all’italiana.
Gil biondo truccatore delle dive (quelle vere) ma anche direttore di locali indimenticabili come Il Jackie O o il Gil in Costa Smeralda. Biagio moro ed esotico(in realtà di solidissime origine sarde) scriveva fin da giovanissimo e celebrava con il verso l’eros , la carne e l’inesorabilità del Fato. Alle sue feste casalinghe appena trasferito aRoma già come d’incanto si palesavano Joe Dallessandro con jeans e una maglietta attillata e l’angelico Bjorn Andresen (il Tadzio del viscontiano Morte a Venezia) conosciuti per caso ma già attratti da questo giovane mago dal fascino indiano.
Nelle loro feste iper presenti erano le dive all’apice come Ursula Andress e Edwige Fenech e l’incredibilmente bella Zeudy Araya, la ginnica e teutonica Bouchet e la selvaggia Dalila Di Lazzaro. I giornalisti erano confusi totalmente tra l’ombroso fascino di Maria Rosaria Omaggio e il corpo scultoreo della frizzante Nadia Cassini.
Maria Grazia Cucinotta e Monica Bellucci aspettavano il loro momento pazienti e serene, vicino al loro “mago Innamorato”. I fotografi scattavano e i rotocalchi celebravano reportage su feste, banchetti e ritrovi “italian style”. Un Olimpo semplicemente un Olimpo. Ma Biagio diventerà uno scrittore contro un altro Paradiso, prima di tutti colpirà il clero con la trilogia scarlatta di libri in primis con “figlio di vescovo” che anticiperà gli scandali Vaticani ma il suo libro più famoso nel mondo è “il mago innamorato”un libro di favole come la sua vita è stata una favola. Dario Bellezza disse di lui “Arixi è uno dei più grandi poeti italiani “dopo di Lui Porta ,Spaziani, Bevilacqua lo applaudirono. Sgarbi dopo aver sentito una sua poesia in casa d’amici disse “lo voglio conoscere”.
Rocco Barocco e Renato Balestra sfilavano con i loro colori sfavillanti e antichi complici gli uffici stampa di Biagio e le supervisioni di Gil. De Niro, Nureyev, Liza Minnelli ballavano completamente storditi alle loro feste ma fra tutte vi era una diva perversa.
Biagio dice agli addetti ai lavori ” è una diva ” naturalizzata “americana che ama Roma e ci viveva” ma pare voglia tagliare corto….e pare che ci sia dell’altro anzi molto altro.. Specializzato in misteri anche diremmo “papali “Arixi in Diva perversa ci annuncia già dalla copertina che si celebrerà la lussuria con una silhouette che ricorda vagamente la Cassini dei settanta, o un corpo femminile dominatore alla Ursula Andress in 007.
Il libro è tutto ambientato nel dorato limbo romano fra feste e perversioni varie. Questa diva dopo un passato “americano” troverà dei carnefici a Roma dei carnefici erotici.
Triangoli e giovani stalloni sveglieranno la Venere assopita, una diva molto desiderata ma anche molto usata dagli uomini.
Arixi amico e confidente di tutte le dive e per tutta la vita aggiunge solo” è la storia di una attrice amica dolcissima caduta in un giro pesante, in una trappola… e tutto è successo davvero sotto il sole di Roma.”
Ma la città del Papa e del cinema era davvero un tal crogiuolo di sensualità, ricatti e vendette?
Dal testo escono delle vere lezioni di erotismo. Voglia di diva vintage ?Assolutamente si, saturati di squallori di reality e stelline ignoranti e sciape che nessuno potrà mai ricordar, anzi urge dimenticarle.
Perchè una Icona del cinema nel privato indossa una maschera sadomaso ? I tempi erano cosi frizzanti nell’ Edonismo Reaganiano che in discoteca ci trovavi da Moravia a De Michelis. Il sollazzo di una Venere masochista passava anche da un elegante frustino.
L’ultima pericolosa deriva di una celebrità ci narra Arixi nel suo testo, combattuta tra glamour e voglie bestiali. Le monetine gettate davanti all’hotel Raphael arrivarono qualche anno dopo, ma qui in Diva Perversa ancora si gettavano nella fontana di Trevi come a perpetuare un rituale pagano sulla città eterna.