Stefano Musso, CEO di Primeur

I mesi di lockdown e la prolungata pandemia hanno posto al centro del dibattito pubblico il tema della trasformazione digitale che dovrebbe coinvolgere imprese, istruzione ed enti pubblici: basti pensare allo smart-working, alla didattica a distanza e al boom degli acquisti online, protagonisti di questo 2020. Le azioni quotidiane che prima dovevano essere svolte fisicamente oggi infatti si stanno trasformando sempre più spesso in “azioni digitali”, operazioni che generano una mole crescente di informazioni da gestire, integrare e tradurre. Il complesso processo di assimilazione, mappatura, spostamento e trasformazione dei dati, necessario a ottenere una loro elaborazione e funzionamento, prende il nome di Data Integration. A testimoniare il trend ci pensa una recente ricerca condotta da Global Industry Analysts, secondo cui il mercato globale di questo settore tecnologico crescerà a livello esponenziale nei prossimi anni: +137% entro il 2027, passando da 8.1 a 19.2 miliardi di dollari di valore, con tasso annuo di crescita composto CAGR del 13%. Complici lo sviluppo e la diffusione di molteplici tecnologie, dagli smart device alle applicazioni software, dagli e-commerce fino all’utilizzo di piattaforme di Cloud computing, gli strumenti per l’integrazione dei dati sono quindi sempre più richiesti dalle organizzazioni. Un mercato in forte crescita che ha portato aziende italiane e internazionali a investire sempre di più nella ricerca di tecnologie avanzate efficienti ed efficaci all’integrazione dei dati, strumento indispensabile per migliorare i processi operativi e decisionali e aumentare il margine competitivo.

Una crescita quella del mercato della Data Integration dimostrata anche da eccellenze tecnologiche italiane apprezzate in tutto il mondo come Primeur, multinazionale specializzata nell’integrazione di dati che nel 2019 ha raggiunto un fatturato di 20 milioni, con un aumento del 15% rispetto al 2015. “La Data Integration è troppo spesso sottovalutata, poiché è culturalmente diffuso il pensiero che il valore risieda nelle applicazioni, nei sistemi informatici, prima ancora che nei dati. Questo approccio di solito porta alla formazione di “mostri informatici”, sistemi molto complessi e molto poco efficienti. Invece bisogna concentrarsi sui dati, che devono essere supportati e gestiti da una struttura informatica snella e flessibile in grado di adattarsi alle diverse necessità – afferma Stefano Musso, CEO di Primeur – L’approccio innovativo e «visionario», che da sempre contraddistingue la nostra storia, ci ha permesso di riconoscere fin da subito l’importanza e il valore che i dati ricoprono per le organizzazioni e quindi muoverci per primi verso un sistema di integrazione modulare e flessibile. Oggi siamo apprezzati a livello mondiale, lavoriamo con le più importanti aziende Fortune 500 ma continuiamo a investire nella ricerca di nuove tecnologie in grado di far evolvere l’operatività dei dati delle grandi aziende del settore pubblico e privato. Ad esempio, la nostra nuova piattaforma Primeur Data One permette alle aziende di capitalizzare gli investimenti tecnologici precedenti, poiché la struttura ibrida consente di integrare diverse tecnologie mantenendo però la loro completa autonomia. Così facendo, la vita media dei sistemi informatici aumenta notevolmente, il valore operativo complessivo viene potenziato e si mantiene un alto grado di flessibilità informatica”.

A testimoniare la necessità delle aziende di ricorrere a strumenti di Data Integration è il rapporto sui Big Data pubblicato da Agcom, Antitrust e Garante della Privacy che ha svelato come entro il 2025 l’aumento esponenziale dei dati nel mondo arriverà a raggiungere un volume complessivo di 163 zettabyte, cioè 163 trilioni di gigabyte. Inoltre, secondo una ricerca condotta da Gartner, entro quest’anno i dispositivi connessi a qualsiasi tipo di tecnologia saranno circa 20.6 miliardi a livello globale. Con l’espansione dell’Internet of Things, aumenta anche il numero di nuovi utenti che arriveranno ad essere 325 milioni entro la fine di quest’anno secondo le stime degli esperti. “Il futuro va sempre più verso un uso dei dati dinamico, flessibile e armonico. I vantaggi che noi di Primeur offriamo attraverso le nostre piattaforme di Data Integration sono molteplici – afferma Stefano Musso – In primo luogo i nostri strumenti permettono una diminuzione del tempo di implementazione di nuove applicazioni nei sistemi informativi già esistenti e del tempo necessario per individuare e risolvere problemi operativi. Si riducono quindi i costi dedicati al Cloud e tutti i costi operativi di gestione informatica, ma anche delle Operations di business. Chiaramente questi vantaggi sia pratici sia economici, si convertono in vantaggi anche per i clienti finali. Una gestione migliore dei dati incrementa infatti la produttività, il time to market e il servizio complessivo, oltre a permettere di prendere scelte più precise e rapide a livello di business management”.

 

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