IN’EI Presenta GAO BO高波 OFFERTA Venezia-Himalaya a cura di Pietro Gaglianò

Con GAO BO高波 OFFERTA Venezia-Himalaya, la prima personale in Italia dell’artista, fotografo e performer Gao Bo (Deyang City -Sichuan, 1964), apre a Venezia la nuova galleria IN’EI, uno spazio che vuole promuovere artisti e opere da Cina, Giappone e Corea e creare un dialogo aperto tra questi Paesi e l’Europa. Dal 12 marzo al 24 aprile 2023 la mostra, a cura di Pietro Gaglianò, presenta una serie di opere, tra cui un’istallazione ambientale site-specific, che rivelano la visione dell’artista, nato in Cina e da anni residente a Parigi, figlia di esperienze e tradizioni di queste aree culturali e geografiche, in perfetta linea con gli obiettivi della galleria.

“L’intenzione è quella di lavorare con pochi e selezionati nomi su cui si è deciso di investire, innescando percorsi a lungo termine con artisti affermati ed emergenti, valorizzando gli autori e producendo lavori ad hoc specificamente concepiti per noi.” – Spiega Hélène Dubois fondatrice dello spazio insieme a Patrice Dumand – “Il nostro obiettivo è una proposta che comprenda e metta insieme arte e design. Con questa prima mostra vogliamo accogliere un pubblico di appassionati e presentare opere e pensieri profondamente radicati nella cultura asiatica, ma anche rivelare una specifica sensibilità e proporre un’interpretazione dei rapporti tra diversi bacini culturali.”.

GAO BO高波 OFFERTA Venezia-Himalaya segna il ritorno dell’artista sulla scena dell’arte internazionale dopo una lunga pausa, quasi come una rinascita.
L’opera principale della mostra, che ha dato vita al progetto, è Mandala offering, Tibet, un’installazione fotografica ambientale composta da mille pietre – numero che nella cultura tibetana definisce l’Infinito – di diretta ispirazione alle pietre marniy, elemento devozionale della spiritualità buddista tibetana. Su ogni pietra, Gao Bo ha impresso i ritratti fotografici di donne e uomini, giovani e anziani, e una serie di numeri che rimandano alla disumana pratica della numerazione dei prigionieri, atto di spersonalizzazione praticato da tutti i regimi. Tra i ritratti, spicca un omaggio al poeta tibetano recentemente scomparso Lu Beng Ci Ten.
Mandala offering, Tibet, realizzata nel 2012 e oggi reinterpretata, nasce dal forte legame dell’artista con la cultura tibetana ed è non solo un’offerta alle persone rappresentate, e a tutto il loro popolo, ma anche una riflessione sulla vita, sulla morte, sulla memoria e sulla relatività del tempo.
Il neon sottolinea la scrittura non verbale creata da Gao Bo che sceglie di utilizzare una lingua che non fosse stata usata per violenze, per abusi, per sopraffazioni. “Il n’y pas de langue qui ne soit pas dangereuse” (Non c’è una lingua che non sia pericolosa) è la frase che nell’allestimento mette in risalto la visione dell’artista.
Come un’offerta, nelle intenzioni dell’artista l’opera completerà il suo viaggio solo quando verrà acquistata da qualcuno che la riporterà in Tibet. Un back home che verrà documentato in un documentario girato dall’artista insieme al collezionista, che chiuderà un ciclo e, come una sorta di “liberazione”, aprirà una nuova fase per Gao Bo.

Accanto all’installazione, la mostra continua anche con altre opere a cominciare da Duality Portrait, lavoro proveniente dalla stessa area di ricerca che da decenni vede Gao Bo impegnato in un intenso, sensibile, a volte dolente dialogo con la cultura tibetana ed è parte di una serie che affianca – come dittici – volti e maschere. Il ritratto, cuore pulsante del rapporto che l’artista ha edificato con le donne e gli uomini del Tibet, viene qui usato come medium per la tessitura di una storia collettiva in cui i volti escono dall’anonimato della moltitudine e vivono una originale simbiosi come soggettività precisa e come simbolo di una vasta comunità.
A Thousand Silent Prayers, un lavoro inedito, è invece un portfolio in uno speciale cofanetto a tiratura limitata (25 copie) firmato dall’artista, con dieci incisioni realizzate dalle fotografie di Mandala offering. Come un elenco senza parole, i volti ritratti continuano a interrogare l’osservatore anche da questa nuova composizione.

Il percorso si completa poi con il libro d’artista TIBET 1985-1995. Photographs par Gao Bo, co-pubblicato dal MEP Museo Europeo della Fotografia di Parigi e da Artron, il principale stampatore ed editore di libri di belle arti cinese. Una pubblicazione che offre un accesso privilegiato al lavoro dell’artista e al suo rapporto con la cultura himalayana attraverso le immagini scelte tra le diverse migliaia scattate dall’artista in 35mm, in bianco e nero, tra il 1985 e il 1995 nel corso di diversi viaggi in Tibet.
Composto da due quaderni in edizione limitata e numerata (da 1 a 50), il libro-evento raccoglie 146 stampe già presenti in collezioni di prestigiosi musei e istituzioni di tutto il mondo.

“La sensibilità per la materia, il soggetto di molte delle opere e un sentimento speciale del tempo appartengono alla parte asiatica della educazione culturale di Gao Bo – sottolinea Pietro Gaglianò, curatore della mostra – Il lessico adottato, le scelte linguistiche, l’inclinazione per la figura sono invece ascrivibili al mondo europeo. In tal modo, sperimentando convergenze inedite, tutte profondamente autentiche, l’osservazione del suo lavoro può dare una risposta a un’importante questione storica: le conseguenze culturali della colonizzazione europea sono ancora in corso e nel tempo presente è quanto mai importante affrancare l’espressione artistica tanto dalla condanna neocoloniale di localismo, di tipicità, di folklore quanto dalle tendenze dettate dai sistemi di mercato.”

L’idea di arte di Gao Bo – la cui ricerca si fonda su entrambi i mondi, che abita – riflette compiutamente quella con cui nasce IN’EI e che la porta a creare nuove connessioni tra Asia Orientale ed Europa proponendo progetti nati per valorizzare opere e artisti individuati grazie a un’attenta ricerca sul campo e a un’approfondita conoscenza dell’Asia Orientale da parte dei fondatori Hélène Dubois e Patrice Dumand.

A Gao Bo IN’EI dedicherà una seconda mostra – GAO BO高波 SCRITTURA – che, a conclusione di questo primo appuntamento, sarà inaugurata il 29 aprile (fino al 14 marzo).

CALENDARIO PROSSIMI APPUNTAMENTI

29 aprile – 14 maggio 2023
GAO BO高波 | SCRITTURE DALL’HIMALAYA
A cura di Pietro Gaglianò 

20 maggio – 24 giugno 2023
Mostra dell’architetta coreana JIN HEE PARK (invitata per il Padiglione Corea della Biennale Architettura 2016)
A cura di Jin Baek

30 giugno – 20 agosto 2023
H220430 | THE FLOATING REALM
Mostra dell’architetto giapponese Satoshi Itasaka (Padiglione Giappone della Biennale Architettura 2023)

30 agosto – 30 settembre 2023
FUMIHIKO SANO | “TITLE TBD”
Mostra dell’architetto-falegname Fumihiko Sano
 

IN’EI
Sestiere San Polo 1100, Venezia
info@in-ei.it
Orari di apertura:
dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle 19.00

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.