Gioacchino Genchi, quando gli uomini onesti vengono attaccati dalle istituzioni deviate

Sul profilo di Gioacchino Genghi, su Facebook, c’è una frase molto bella: “Se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee, o le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui”.

Ci sono servitori dello Stato che da anni lavorano seriamente e diligentemente. Uno di questi è Gioacchino Genghi.

Nel 1985 entra in Polizia. Atttualmente è Vice Questore a Palermo.
Il 4 febbraio di questo anno ha ripreso servizio, dopo che il 1° giugno del 2000 era andato in aspettaviva sindacale non retribuita. Per anni ha collaborato come consulente informatico con molti magistrati, tra i quali Giovanni Falcone e Luigi de Magistris. E’ un esperto di informatica e telefonia. Le sue ricerche sono state utilizzate anche nei processi contro la mafia.
Genghi è veramente una persona per bene, una di quelle che crede realmente nello Stato e con il suo lavoro cerca di difenderlo.

Era nel luogo della strage di Via D’Amelio, due ore dopo l’accaduto ed individuò nel castello di Utveggio, il posto da cui sarebbe stato azionato il radiocomando dell’esplosivo utilizzato per assassinare il giudice Borsellino.

Secondo il fratello del giudice, Salvatore Borsellino, in quel castello si sarebbe celata una base del Sisde.

Recentemente parte della stampa (quella di regime e poco seria che riesce solo a leccare il culo invece di fare informazione) e Silvio Berlusconi (fonte Repubblica), hanno coinvolto Genghi in merito al presunto scandalo delle interecettazioni, che poi sta portando all’approvazione di leggi che non permetteranno più le intercettazioni, così i mafiosi, ma anche tutta la gente disonesta, potrà delinquere tranquillamente.

Secondo le affermazioni del Premier, Genchi avrebbe intercettato 350.000 persone. Ovviamente lanciando tali accuse bisognerebbe anche indicare il tempo nel quale Genchi avrebbe effettuato tali interecettazioni… ma ovviamente Berlusconi che è oltre il tempo ed è egli stesso il tempo, non si può curare di dare un senso alle proprie affermazioni… C’è inoltre un altro piccolo però… Genchi si occupa di tabulati e non di intercettazioni…
Ma andiamo avanti…

Gioacchino Genchi 01Qualche mese fa, e precisamente a febbraio di questo anno è stato aperto un procedimento penale a carico di Gioacchino Genchi presso la Procura di Roma. Il 13 marzo, i carabinieri del Ros su mandato della procura di Roma hanno sequestrato l’archivio “segreto” di Genchi, che di segreto non aveva proprio nulla, ma evidentemente la stampa di regime ha pensato bene di usare il termine segreto per far nascere dubbi ed insinuazioni su Genghi che invece è persona onestissima. L’archivio “segreto” in pratica sono i dati raccolti da Genchi per il suo lavoro di consulenza per diversi magistrati (Falcone, De Mastrigis…) Cosa mai ci sarà di così oscuro e pericoloso in questi dati, da farli definire “archivio segreto”, quasi a voler insinuare che Genghi utilizzasse per propri fini i dati in suo possesso.
Il Tribunale del Riesame, in seguito, ha annullato il sequestro e la perquisizione dei tabulati telefonici affermando che i reati contestati a Genghi dalla Procura di Roma, erano inesistenti. A questo punto tutti direte, giustizia è stata fatta ed invece proprio per niente… Il 7 maggio 2009, la Procura di Roma, che non ha restituito il materiale a Genghi, ha impugnato per Cassazione le ordinanze con le quali il Tribunale del Riesame l’8 aprile aveva annullato il sequestro del cosiddetto ‘archivio segreto’.

Poco meno di un mese fa, il 26 giugno 2009 Genchi viene scagionato. Eugenio Selvaggi, sostituto procuratore generale della Cassazione, chiede che i giudici della quinta sezione penale dichiarino inammissibile il ricorso che la Procura di Roma aveva presentato contro l’annullo del sequestro dei tabulati ordinato dal Tribunale del Riesame.

Cosa si fa in Italia, quando un servitore onesto dello Stato fa il suo lavoro ? Semplice: lo si emargina e lo si copre di merda… affinchè non sia più credibile.
I corrotti e i corruttori però dimenticano che la verità è più forte di qualsiasi potere deviato dello Stato o della mafia.

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