Il premier della Jamaica nega legami con il boss dei narcos che potrebbe essere fuggito all’estero

Christopher ‘Dudus’ Coke, il boss della droga giamaicano al centro degli scontri che sull’isola caraibica hanno provocato tra i 50 e i 60 morti, potrebbe essere fuggito all’estero.
Lo scrive sul suo sito web il quotidiano britannico Daily Telegraph citando il ministro dell’interno giamaicano Darykl Vaz. ‘Non so se sia ancora in Giamaica, e’ molto difficile dire’, ha affermato.
Coke e’ ricercato negli Stati Uniti, dove dovrebbe essere estradato. La battaglia di Tivoli, il ghetto dove i narcos dettano legge, e’ esplosa quando la polizia e’ andato a cercarlo per consegnarlo agli americani. ‘La situazione a Tivoli resta drammatica, da molto tempo la tensione covava sotto la cenere e tutti sapevano che se le autorita’ si fossero mosse per arrestare Coke sarebbero stati guai’, ha detto al Telegraph Susan Goffe, portavoce della associazione per i diritti umani ‘Jamaicans for Justice’.

PREMIER NEGA LEGAMI CON BOSS DROGA – Il premier della Giamaica, Bruce Golding, e’ passato al contrattacco, dopo diversi articoli di questi ultimi giorni da parte della stampa internazionale, che ha riferito su legami tra il capo di governo e il narcotrafficante Christopher ‘Dudus’ Coke, la cui estradizione negli Usa ha provocato un’ondata di violenza a Kingston.
Golding ha smentito tali nessi, denunciando nel contempo una ‘cospirazione’ contro il suo governo, rispondendo in particolare alle accuse formulate dalla rete americana Abc e dal quotidiano britannico The Indipendent, secondo il quale Golding e’ di fatto ‘un affiliato’ all’organizzazione criminale guidata da ‘Dudus’.
Molti altri media hanno d’altra parte sottolineato che per molti mesi il premier non ha dato ascolto a Washington, che ha chiesto l’estradizione di Coke ormai piu’ di un anno fa, rilevando che lo stesso capo del governo ha poi cambiato tale posizione, e dato il via libera all’estradizione la scorsa domenica: giorno in cui e’ scattata a Kingston la rivolta delle gang controllate da Coke al fine di bloccare il suo trasferimento a New York, dove il capo narco e’ accusato di traffico di droga e armi.

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