Farmaci, ecco cosa prevede la manovra del Governo

Riduzione dei margini di grossisti e farmacisti, passaggio dell’erogazione di alcuni farmaci dall’ospedale alle farmacie, incentivazione dell’uso dei farmaci generici, il cui prezzo verra’ per altro ridotto del 12,5% da giugno a fine dicembre 2010. Sono alcune delle misure previste dalla manovra approvata ieri dal Consiglio dei ministri, suscettibile di qualche limatura prima della presentazione in Parlamento. Dal 2011 l’intervento e’ di 600 milioni di euro.
Fra le misure per il controllo della spesa, la rideterminazione delle quote di spettanza dei grossisti e dei farmacisti sul prezzo di vendita del medicinale al pubblico rispettivamente del 3% (dal 6,65% al 3,65%) per i primi e del 30,35% per i secondi. Il Ssn, nel procedere alla corresponsione di quanto dovuto alle farmacie, trattiene ad ulteriore titolo di sconto, rispetto a quanto gia’ previsto dalla vigente normativa, una quota pari al 3,65% sul prezzo di vendita al pubblico al netto dell’imposta sul valore aggiunto (Iva).
Ecco poi la misura che dovra’ consentire di reperire 300 milioni di euro per il 2010, che contribuiranno a garantire le risorse aggiuntive al finanziamento del Ssn, pari a 550 milioni di euro per l’anno in corso (gli altri 250 mln arriveranno dai risparmi ottenuti con il provvedimento nel suo complesso). Si prevede il passaggio di alcuni farmaci ora somministrati negli ospedali alle farmacie, dove verranno erogati, in quanto suscettibili – si legge nel testo – di uso ambulatoriale o domiciliare.
A individuare i farmaci che passeranno dall’ospedale alla farmacia sara’ l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto che racchiude la manovra, con l’obiettivo di ridurre la spesa farmaceutica ospedaliera, al momento in crescita galoppante. Tali farmaci, una volta che l’elenco sara’ pubblicato in Gazzetta ufficiale, saranno “erogati attraverso l’assistenza farmaceutica territoriale e con oneri a carico della relativa spesa, per un importo su base annua pari a 600 milioni di euro”.
Si punta a incentivare l’uso dei medicinali equivalenti. Dal confronto fra la spesa farmaceutica territoriale delle singole regioni, l’Aifa dovra’ definire soglie di appropriatezza prescrittiva basate sul comportamento delle Regioni in cui si prescrivono piu’ generici, cioe’ farmaci con un prezzo piu’ basso, rispetto al totale dei medicinali appartenenti alla stessa categoria terapeutica equivalente.
L’obiettivo e’ “mettere a disposizione delle regioni strumenti di programmazione e controllo per realizzare un risparmio di spesa non inferiore a 600 milioni di euro su base annua”. Milioni che restano nelle casse delle Regioni per i servizi sanitari.
Con accordo Stato-Regioni saranno fissate linee guida per incrementare l’efficienza delle aziende sanitarie nelle attivita’ di acquisizione, immagazzinamento e distribuzione interna dei medicinali acquistati direttamente, anche attraverso il coinvolgimento dei grossisti.
Dal 2011 saranno erogati a carico del Ssn, in fascia A, non piu’ di 4 specialita’ generiche con gare da parte dell’Aifa al prezzo piu’ basso, a parita’ di dosaggio, forma farmaceutica e unita’ posologiche per confezione. La limitazione non si applica ai medicinali originariamente coperti da brevetto o che abbiano usufruito di licenze derivanti da tale brevetto. Il Ssn rimborsera’ pienamente solo il medicinale con il prezzo piu’ basso. Se il paziente vuole un altro farmaco, la differenza di prezzo sara’ a suo carico, come prevede la normativa vigente sull’erogazione dei farmaci equivalenti. Anche in questo caso, i risparmi ottenuti restano ai servizi sanitari regionali.
Per i generi si prevede un taglio dei prezzi del 12,5% dal primo giugno al 31 dicembre 2010. E’ considerata una priorita’ l’esecuzione di “adeguati piani di controllo dei medicinali in commercio, con particolare riguardo alla qualita’ dei principi attivi utilizzati”. In funzione di tutte queste misure, il finanziamento del Ssn vedra’ una riduzione di 800 milioni di euro dal 2012.
Asl e ospedali dovranno motivare gli acquisti di beni e servizi a prezzi superiori a quelli di riferimento, sottoponendoli agli organi di controllo e revisione.

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