Bella Ciao… non mi arrendo, voglio un’Italia migliore…

Ero a Madrid, quando gli “indignados” gridavano nella piazza di Puerta del Sol: “Se non ci lasciano sognare, non li faremo dormire”.
Alcuni forse storceranno il naso, per questo editoriale, che apparentemente non c’entra nulla con i temi che solitamente trattiamo in CosmoZine… ma non è così… noi trattiamo l’arte… e l’arte spesso libera i popoli. Pensate alle tante rivoluzioni ed alle musiche che le hanno “accompagnate”.

I colossi mediatici di tutto il Mondo sono in crisi di credibilità. In Italia i “grandi” giornali sono delle prostitute che si vendono costantemente alla pressione dei grandi gruppi imprenditoriali. Internet, grazie al grande numero di informazioni, in parte sta contribuendo a svegliare gli italiani dal torpore del disinteresse verso la politica. Ma internet non è la soluzione, è solo un veicolo e non può essere l’unica voce, come vorrebbe Beppe Grillo. L’attuale sistema partitico, non rappresenta il popolo, ma è solo autoreferenziale e trema per le bordate del Movimento 5 stelle e grida all’antipolitica, non rendendosi conto che la vera antipolitica sono proprio loro.

Personalmente credo che bisogna dare vita ad una vera democrazia rappresentativa e creare delle solide prospettive per il futuro di tutti noi cittadini. Credo fermamente che bisogna ridurre il potere delle multinazionali e delle banche, a partire dalla Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale. E’ tempo delle persone e non del profitto!

Viviamo in una giungla lavorativa, dove chiunque è stipendiato ed i piccoli imprenditori pagano sempre il peso delle “riforme necessarie”. Sono sempre gli stipendiati ed i piccoli imprenditori che devono fare sacrifici per far uscire l’economia italiana dalla crisi, come se fossero stati loro ad aver investito nella “finanza creativa” o fatto le leggi che precarizzano il mercato del lavoro ed uccidono la piccola impreditoria.

Sono stanco, profondamente indignato. Sono uno dei tanti che permette all’economia di girare, facendosi un “culo” enorme. Sono uno di quelli che con il proprio stipendio permette che le merci siano vendute, che paga le tasse e che quindi teoricamente permette che i servizi siano garantiti, e sono anche uno di quelli che lavorando permette ai grandi gruppi ed alle banche di ingrassarsi.
In Italia non esistono vere garanzie che mi tutelano nel lavoro, mentre ho la certezza di avere dei doveri: pagare un affitto, fare la spesa, mantenermi, pagare le tasse.
Come tanti altri, mi sento umiliato, perché in realtà non sono altro che un suddito che deve piegarsi davanti al proprio sovrano e che in qualsiasi momento può essere fatto fuori perché “superfluo” oppure perché anziano o troppo qualificato e quindi sono un costo ed il mercato a seconda delle esigenze deve fare tagli. Tagli sulla mia pelle e sulla pelle di tanti altri come me.

Lavoro da anni, ma non credo che riuscirò ad arrivare alla pensione. Lotto tutti i giorni, mi batto per avere una prospettiva, mi impegno in nuovi progetti e cerco di andare avanti.
Il sistema vorrebbe che io mi incattivissi, e vorrebbe che tutti quelli come me si incattivissero in modo da poter essere criticati o messi al bando. Ma io non mi incattivisco, abbasso la testa e vado avanti, perché so che accanto a me ci sono tante altre persone che lottano contro questo sistema marcio che sta distruggendo ogni dignità. La mia lotta non prevede alcun tipo di violenza, voglio solo informarmi ed informare correttamente e voglio lavorare onestamente.

Pochi grandi gruppi, pochi banchieri e speculatori si arricchiscono senza alcun pudore, tutto gira intorno al denaro ed anche la vita umana oramai non ha alcun valore se paragonata al profitto!

Il Governo Italiano, questo “sporco governo di vecchi professori” è impegnato, nel tassarci e precarizzarci ancora di più, e succhiare, come vampiro le poche risorse che abbiamo per darle alle banche ed ai grandi gruppi al fine di garantire compensi milionari alle varie caste.

Come tanti altri, pago una crisi che non ho creato ed alla quale non ho in alcun modo contribuito. Sento ancora più forte l’esigenza di lottare, resistere e lavorare, perché sono stanco di questo ricatto quotidiano da parte dello Stato e sono stanco di dover elemosinare ciò che mi appartiene di diritto.
Vorrei non pagare nulla del debito creato dai grandi gruppi e dalle banche, anzi vorrei riprendermi da quei “bastardi” tutto quello che hanno accumulato grazie al mio sfruttamento quotidiano.
Sono stanco dei mercati e della finanza creativa, voglio che la nostra Italia si impegni a costruire una reale giustizia sociale per garantire uguaglianza di dignità e di diritti per tutti i cittadini. Voglio il cambiamento, so che tutti noi meritiamo di più. So che meritiamo giustizia.

Una mattina mi sono alzato,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Una mattina mi sono alzato,
E ho trovato l’invasor.

O partigiano portami via,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
O partigiano portami via,
Qui mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
E se io muoio da partigiano,
Tu mi devi seppellir.

E seppellire sulla montagna
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
E seppellire sulla montagna
Sotto l’ombra di un bel fior.

Così le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
Così le genti che passeranno
Mi diranno «che bel fior».

E questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao,
Bella ciao, ciao, ciao,
E questo è il fiore del partigiano
Morto per la libertà.

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