Bollettino di guerra alla droga, 20 detenuti e 10 poliziotti uccisi

Ancora una giornata di sangue in Messico, dopo la mattanza narcos da quasi 80 morti della settimana scorsa: oggi e’ stata la volta di 20 detenuti e dieci poliziotti morti in due diversi episodi.
Tra venerdi’ e sabato le gang del narcotraffico si erano abbandonate alla peggior “matanza” mai avvenuta sotto la presidenza di Felipe Calderon (almeno 77 le persone uccise nell’arco di 24 ore in vari punti del Paese). L’episodio piu’ sanguinoso della giornata di ieri si e’ consumato in una prigione a Maztlan, nello stato messicano di Sinaloa: una sparatoria fra detenuti ha mietuto 20 morti e 4 feriti. Sulle prime si era pensato un tentativo di fuga di uomini del cartello narco degli ‘Zetas’, ma poi la procura dello Stato ha annunciato che all’origine della sparatoria c’‚ stato uno scontro tra due gruppi di detenuti in guerra fra loro. Sinaloa del resto è uno degli stati piú violenti del Messico, bastione di alcuni dei capi piú importanti del narcotraffico, tra i quali Joaqu¡n “El Chapo” Guzman.
Con un bilancio meno grave di vittime, ma forse piu’ preoccupante perche’ si tratta di uomini delle forze dell’ordine, poche ore prima in Messico si era consumato un altro massacro: almeno dieci poliziotti sono stati uccisi in un agguato nei pressi della città di Zitacuaro, nello stato di Michoacoan. Fonti ufficiali hanno puntato il dito contro una banda di narcotrafficanti della zona. Dopo l’agguato, ci sono state altre sparatorie in due punti diversi di Zitacuro e sono stati contati anche anche una quindicina di feriti. I poliziotti hanno avvertito il Gruppo di operazioni speciali – commando di elite della polizia federale -, mentre i sicari sono a loro volta riusciti a bloccare l’ingresso in due strade importanti che portavano al luogo dell’eccidio. Zitacuaro, rilevano i media locali, si trova in un’area dove c’‚ un intenso traffico di droghe e dove operano due dei principali cartelli narcos del Paese, gli ‘Zetas’ e la ‘Familia Michoacana’, che lottano tra di loro per avere il controllo nella zona del porto di Lazaro Cardenas, sulla costa del Pacifico.

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