Eritrei in Libia, Unione forense chiede intervento ministro Frattini

L’Unione forense per la tutela dei diritti dell’uomo lancia un appello al ministro degli Esteri, Franco Frattini, perché intervenga presso le autorità libiche per salvare la vita di 300 eritrei deportati dal Centro di Misratah a quello di Sebha.
“Da quando è stato chiuso il 7 giugno scorso l’ufficio libico dell’Unhcr, l’organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati, la situazione nel paese è rapidamente deteriorata”, ha detto Mario Lana, presidente dell’associazione.
“La notte tra il 29 e 30 giugno scorso c’è stata una rivolta nel centro di detenzione di Misratah. Le autorità libiche, infatti, avevano fatto firmare un foglio di rimpatrio ai rifugiati eritrei. Si tratta di persone che se tornassero nel loro paese sarebbero sottoposte a violenze di ogni genere”, ha aggiunto Lana.
“La paura del rimpatrio forzato ha fatto scoppiare la rivolta. In seguito 300 eritrei sono stati caricati su container chiusi, senza cibo e acqua, e deportati nel centro di Sebha. Devono affrontare un viaggio di piú di 1000 chilometri con temperature di circa 50 gradi. Da lí è probabile vengano rimandati in Eritrea. Tra di loro ci sono molte donne e bambini. Chiediamo con forza al nostro governo di intervenire immediatamente per evitare un disastro umanitario”, ha concluso Lana.

“Di fronte alle drammatiche notizie, alle immagini ampiamente documentate che provengono dalla Libia e che vedono un grande numero di persone deportate, carcerate, addirittura sottoposte a torture, il governo italiano intervenga immediatamente sul governo libico perche’ ponga fine a questa incresciosa vicenda’.
Lo dichiara Livia Turco capogruppo Pd in commissione Affari sociali e responsabile del Forum immigrazione.
‘Chiediamo al ministro dell’Interno Maroni di accogliere la lettera che il Consiglio dei rifugiati italiano ha inviato al governo e al capo dello Stato chiedendo che l’Italia si faccia da subito carico di queste persone che, se avessero potuto raggiungere le nostre coste, avrebbero certamente ottenuto qualche forma di protezione offrendo al governo libico il loro immediato trasferimento e reinsediamento nel nostro Paese’.
“Chiediamo al governo italiano – conclude l’esponente democratica – di farsi promotore di un atto umanitario per salvare nell’immediato vite umane e di farlo al di la’ delle considerazione sulla politica dei respingimenti e sul trattato Italia Libia. Un gesto di questo tipo fugherebbe ogni sospetto di voler ledere i diritti umani fondamentali’.

fonte aduc

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