Quando le caste si tutelano. Morte Cucchi: Ordine Medici corre ai ripari

L’Ordine dei medici di Roma seguira’ con la massima attenzione gli sviluppi processuali del caso Cucchi. E per farlo si avvarra’ anche di un pool di esperti esterni all’Ordine stesso, che “analizzera’ criticamente” tutte le carte processuali e collaborera’ a iniziative per migliorare l’assistenza ai carcerati. Sulla vicenda, inoltre, l’Ordine non “tollerera’ nessuna impunita’”, mentre chiede che si faccia, “esclusivamente nelle aule dei tribunali, totale chiarezza” nell’interesse di tutti, soprattutto della famiglia del giovane, “duramente provata”.
Questa in sintesi la posizione dell’Ordine dei medici capitolini, emerse dal Consiglio straordinario di ieri sera che ha esaminato gli ultimi sviluppi della vicenda di Stefano Cucchi.
Condivisa dai consiglieri la relazione del presidente, Mario Falconi, in particolare per quanto riguarda la stigmatizzazione delle notizie di stampa circa la possibilita’ di salvare il giovane detenuto con la semplice somministrazione di un “bicchiere di acqua e zucchero”, e che presuppongono il reato di abbandono di incapace da parte dei medici e degli infermieri che l’avevano in cura.
Il vertice dei camici bianchi romani, inoltre, ha fatto proprie le proposte conclusive della Commissione parlamentare sul Servizio sanitario nazionale da cui si evince che il caso Cucchi – al di la’ delle responsabilita’ dei singoli, da accertare – va considerato un ‘evento-sentinella’ di un sistema giudiziario-carcerario-sanitario ‘malato’ e da riformare. L’Ordine, quindi, ha deciso di far affiancare il Consiglio da una Commissione di esperti di varie branche della medicina, indicati da Ordini di altre citta’ italiane, presieduta da una personalita’ non appartenente alla categoria medica, individuata con probabilita’ in un costituzionalista. La Commissione avra’ il compito di analizzare criticamente tutti i documenti processuali ufficialmente prodotti e di collaborare a concretizzare iniziative per il miglioramento della qualita’ dell’assistenza dei carcerati, siano essi malati e/o fragili.
I rappresentanti dei medici romani hanno sottolineato “che non potranno essere tollerate aree di impunita’”, precisando che spetta al tribunale fare chiarezza.
“Soltanto per questa via potranno essere anche fugati eventuali dubbi e sospetti sulla volonta’ di perseguire valutazioni imparziali fra tutte le persone implicate, a vario titolo, in questa tragica vicenda”.
Infine, secondo l’Ordine capitolino tutti gli operatori sanitari, e in particolare medici e infermieri, devono essere messi in condizione di operare nelle migliori condizioni possibili, data la delicatezza del compito loro affidato, nello spirito di quanto previsto al punto d) delle proposte della Commissione parlamentare in cui si dichiara che: “…Nella scelta del percorso sanitario da seguire, la destinazione del detenuto ad una determinata struttura non puo’ essere decisa facendo prevalere sulle necessita’ cliniche le esigenze dell’amministrazione penitenziaria legate ad un eventuale carenza d’organico”.

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