Guerra di poteri in Italia o voglia reale di cambiamento?

Cosa accade in Italia?
E’ in atto una guerra tra poteri?
E’ in atto un cambiamento nella società italiana ed i cittadini si limitano a guardare oppure partecipano?

Se si considera che circa 300mila persone sono scese in piazza per la recente protesta a favore della libertà di stampa, svoltasi a Roma, sembra proprio che i cittadini italiani hanno voglia di partecipare attivamente ad un cambiamento.

Ma se fosse tutta una grande strumentalizzazione dei poteri forti, sia da una parte che dall’altra? Magari parlare di escort, scandali vari, o mancata libertà di stampa è solo una “tecnica” per spostare l’attenzione dai veri e grandi problemi che affligono l’Italia. Una “tecnica” che potrebbe far comodo sia a sinistra, sia a destra…

Cosa accade realmente?
E’ solo una “tecnica”  per spostare l’attenzione o certi problemi sono la punta di un iceberg?
E’ una domanda difficile e la risposta è ancora più difficile.

In Italia, si parla di tante cose, ma i veri problemi delle personi comuni hanno uno spazio limitato sui media. Si parla pochissimo di disoccupazione, della sanità che non funziona, delle tante persone che vivono in povertà, degli anziani o dei portatori di handicap che non hanno alcuna assistenza, della mafia che è entrata prepotentemente nello Stato, dei fondi comunitari sottratti ai soggetti ai quali erano destinati, del clientelismo, del nepotismo in alcuni settori, insomma si parla di tante cazzate, ma i problemi reali sembrano un tabù. Sono pochissimi i giornali e le trasmissioni televisive, che seriamente raccontano le difficoltà quotidiane che molti cittadini sono costretti a vivere.

Personalmente non credo sia solo una “tecnica” per far focalizzare lo sguardo altrove… credo in Italia, sia in atto un cambiamento, poichè i cittadini sono stanchi di una classe politica, sia a destra che a sinistra, composta da persone parlano molto, spesso autocelebrandosi e fanno pochissimi fatti. Una classe politica pessima che non è più al servizio dei cittadini, ma pretende che i cittadini siano al suo servizio.

Sicuramente, al tempo stesso, vi è una lotta tra poteri forti, però stabilire i buoni o i cattivi è praticamente impossibile. I cittadini possono solo combattere e credere in qualcosa di più grande, tornare a credere soprattutto nello Stato e nelle sue istituzioni, pretendendo però che tali istituzioni siano rispettate anche da coloro che sono stati democraticamente chiamati a svolgere ruoli istituzionali. Insomma la legge deve essere veramente uguale per tutti, nessuna immunità o imparzialità.

La democrazia, così come la libertà, devono essere sempre dei punti di partenza e non di arrivo. Il possedere ricchezze non deve essere mai confuso con il concetto di libertà o di democrazia, sono cose distinte. La libertà si attua quando all’interno di un’intera comunità vengono applicati gli stessi diritti, ma anche gli stessi doveri. Dove anche un solo cittadino è emarginato dall’applicazione di un diritto oppure in caso contrario un cittadino pretende di essere immune da un dovere, allora non si può parlare di democrazia.

Come ho scritto in un precedente articolo:
Non c’è una netta separazione tra il bene e il male. In questa società, non c’è mai un confine preciso, entro il quale poter rimanare o da superare… è tutta una linea di frontiera… una linea di frontiera, però, dove non c’è più transito… tutto è immobile, statico, marcio.

Cosa ci è accaduto?. Quando abbiamo deciso che non valeva più la pena combattere?. Quando abbiamo preferito chiudere gli occhi per non dover guardare cosa accade realmente?. Quando ai valori abbiamo sostituito il prezzo per ogni cosa?. Quando il nostro piccolo è diventato così piccolo, da aver perduto ogni sogno, ogni visione sugli spazi infiniti, ogni idea di libertà?. Quando all’essere abbiamo sostituito l’avere e l’apparire?. Quando abbiamo chiuso e gettato via la chiave della prigione che confina la nostra vita, fingendo di essere liberi?. Quando abbiamo smesso di chiederci il perchè di ogni cosa?.

Siamo bloccati in una stanza, con una finestra sul mondo… ci limitiamo ad osservare, senza mai interegire, però siamo convinti di partecipare alla vita. E’ veramente così?. Ci alziamo la mattina, a volte incazzati e stressati, prima ancora di vedere come sarà la giornata… ma in fondo, come si fa a non essere incazzati e stressati, per una vita che si ripete giorno per giorno, sempre uguale. Lavoro, spesa, casa, preoccupazioni, sacrifici, problemi, e il lamentarsi per tutto quello che non va… ci lamentiamo in continuazione, ma poi in pratica non cambiamo nulla, mai. Siamo arrivati al punto che ci sentiamo protetti in una vita che non va e della quale possiamo lamentarci, ma questa vita con tutte le sue limitazioni ed errori rappresenta una sicurezza… non vogliamo cambiare perchè in realtà non abbiamo più sogni ma solo ambizioni, e siamo così ipocriti da non ammetterlo neanche con noi stessi… abbiamo una paura fottuta di cambiare, di non riconoscere più il “sistema” nel quale siamo stati “allevati”.

Tutti noi, dobbiamo fare un serio esame di coscienza. Capire gli errori ed essere capaci di fare autocritica. Non pensare più al nostro tornaconto, ma iniziare a spostare il nostro sguardo sugli altri. Offrire e ricevere collaborazione. Rispettare realmente ogni altro essere umano, cercando con ogni forza di aiutare chi è stato meno fortunato di noi. Sostituire all’arrivismo, la volontà di costruire una società migliore per noi stessi e per tutti colori che ne fanno parte. Non cedere mai alla tentazione di barattare un presunto benessere con qualche limitazione alle nostre libertà. Credere e avere rispetto della propria vita, così intensamente che qualsiasi lavoro stiamo svolgendo, non avrà più il solo scopo di portare uno stipendio a casa, ma uno scopo più alto e cioè essere utili anche alla comunità. Farla finita con qualsiasi ammiccamento ed offrire, ma anche pretentedere chiarezza e responsabilità. Rispettare ogni essere umano proprio nelle differenze che esistono. Essere tutti uguali è un pericolo, perché la società si appiattisce, si chiude in se stessa e genera il fondamentalismo ideologico.

L’Italia ha una grande occasione per cambiare ed evolversi… la sfrutterà?

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