Paula Cademartori

Il nome di Paula Cademartori mi è stato fatto per la prima volta due anni fa da un amico in comune. All’epoca lanciavo la rubrica Italia’s got creative talent su questo blog e cercavo creativi nel mondo della moda. Paula, pur non essendo italiana di origine – è brasiliana, ma nelle vene le scorre, come del resto tradisce il cognome, anche sangue italiano e del resto, abitando da anni nel nostro Paese, ha anche doppio passaporto -, mi ha colpita subito per le sue borse particolari. Per questo la ospitai volentieri e ho continuato, in questi due anni – che sono veramente pochi –  a seguirla con interesse nella sua crescita. Oggi, finalmente, ci siamo incontrate in quello che ancora per poco sarà il suo studio – un appartamento in cui, tra l’altro, ha anche vissuto -, visto che entro giugno si trasferirà in un’altra location in zona San Babila. Le borse che ho avuto modo di vedere oggi appartengono in parte alla collezione p/e 2012 e in parte, invece, alla prossima collezione a/i. La cosa che mi ha colpito oggi, però, non è stata la collezione, che non mi ha delusa. Le borse, iconiche come sempre, sono iper colorate nella versione estiva, e femminili con fantasie floreali e materiali in camoscio, per quella invernale. Oggi mi ha conquistata proprio Paula che mi ha raccontato la sua storia che è esemplare, quella di una ragazza giovane che già a 21 anni era in Italia per seguire la sua passione per la moda – ha studiato sia all’Istituto Marangoni, sia, in seguito, alla Bocconi dove ha conseguito un master post laurea -; una ragazza che ha preso parte al prestigioso concorso organizzato da Vogue Who’s on Next, che ha lavorato sia per Orciani, sia per Versace e che attualmente si autoproduce con le consulenze che presta ancora ad altre case di moda per cui disegna accessori – sembra che le scarpe, in realtà, siano la sua vera passione e a giudicare dalla bellezza delle borse, c’è da credere che siano bellissime. Tra l’altro, tra i suoi sogni, c’è proprio quello di inaugurare anche una linea di calzature, e fra qualche anno, di aprire anche un monomarca -. Una ragazza che sta crescendo, che lavora instancabilmente perché crede nel suo progetto e lo porta avanti con passione, in un momento molto difficile, ma che non per questo si lascia scoraggiare. Una ragazza che nel giro di soli due anni è cresciuta producendo 600 borse all’anno venduta in punti vendita prestigiosi in Italia e all’estero e che si affida solo ad artigiani made in Italy – anzi, in Milan -. Certo, le sue borse non sono proprio alla portata di tutti, ma hanno a livello di design e di personalità, la stessa impalpabile allure di grandi marchi come Hermes. Sono borse eterne. Ne basta una.

Fonte: Vivianamusumeciblog’s

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