Discorso di Silvio Berlusconi alla Camera dei Deputati

Questa mattina alle 11,00, il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi è intervenuto alla Camera dei Deputati, dove ha tenuto un lungo discorso di apertura in vista delle votazioni dei 5 punti di governo che si sono tenuti alle 19,00. In alcuni stralci del suo discorso, il premier ha dichiarato: “La minoranza deve avere rispetto per la legittimità della maggioranza e del governo. Dobbiamo ripartire senza compromessi al ribasso. Ciascuno deve fare la sua parte, con senso di responsabilità e praticando il rispetto avversario al posto della faziosità. Lo dissi anche ad Onna: dobbiamo lasciarci alla spalle i residui della guerra fredda e degli schieramenti ideologici. È necessario guardare avanti con saggezza e con realismo. Con il voto del 2008 ci fu la prima grande riforma voluta e certificata dal popolo nel segno di un bipolarismo maturo, mettendo in archivio le pratiche della vecchia politica e gli elettori hanno raccolto e premiato il nostro appello a rendere chiaro il panorama politico. C’è ancora troppo odio, l’Italia é vittima di un passato che non passa. Per affrontare la crisi economica internazionale l’Italia aveva bisogno di rigore e credibilità e lo ha fatto mantenendo in ordine i conti pubblici e salvaguardando i redditi delle famiglie: abbiamo fatto la scelta giusta. Durante la campagna elettorale avevamo avvertito che si annunciavano tempi difficili per l’economia e ci siamo preparati al precipitare della crisi. Nessuno, certo, poteva pensare che fosse così grave e così profonda, ma pur partendo da enormi difficoltà, l’Italia ha affrontato la crisi con interventi giudicati positivamente da tutti gli organismi internazionali e ha fatto meglio di altri paesi. Questo è stato possibile anche grazie al modello economico italiano fondato sul tessuto delle piccole e medie imprese, al ruolo sociale delle famiglie e di oltre 8 mila comuni, da un sistema bancario solido grazie alla propensione al risparmio e assistito da garanzie e ammortizzatori sociali. Il Governo ha merito di aver sostenuto questa realtà positiva e di non aver commesso l’errore di aumentare il deficit e la spesa pubblica. Il federalismo fiscale è stato votato nel suo percorso non solo dalla maggioranza ma da quasi tutte le forze di opposizione e non prevede la benché minima ipotesi di divaricazione tra Sud e Nord: è vero il contrario. Il federalismo sarà la cerniera unificante del Paese e a vantaggio di tutte le aree e soprattutto del Sud. L’obiettivo del governo è ridurre la pressione fiscale e disboscare la grande giungla di un sistema fiscale rimasto invariato nelle sue parte fondamentali, fin dalla riforma dei primi anni 70, tenendo conto delle esigenze del bilancio pubblico e sulla base della lotta evasione: senza creare deficit il governo intende intervenire entro la legislatura al varo di norme con revisione su famiglie, lavoro e ricerca”. Inoltre, riferendosi alla questione del processo breve e della lotta alla criminalità, il premier ha aggiunto: “Il governo presenterà a breve un piano straordinario per lo smaltimento dei processi e la delega per la riforma della magistratura ordinaria. In questo contesto “riteniamo indifferibile un ulteriore aumento delle risorse della giustizia. Mai nella storia della Repubblica sono stati inferti tanti colpi alla mafia e alla criminalità organizzata, abbiamo approvato la normativa antimafia più efficace al mondo per contrastare la criminalità organizzata. ‘C’è una grande squadra che si chiama finalmente Stato”. Parlando invece del mezzogiorno e dei 5 punti del Governo, Berlusconi ha affermato: “Saranno triplicati gli interventi sul Mezzogiorno nei prossimi anni con investimenti per 21 miliardi di euro pari al 40% di quelli totali, raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti come il completamento del Salerno-Reggio Calabria ed entro dicembre sarà pronto il progetto esecutivo del ponte sullo stretto su Messina. I cinque punti non sono un elenco di riforme disgiunte ma i capisaldi del sistema Paese che hanno come fine quello di rafforzare le Istituzioni, l’economia, il territorio e il tessuto sociale in modo che l’Italia esca dalla crisi globale e diventi più competitiva”.

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