Finalmente esploderà il caso Siena?

Crisi del Montepaschi (confermata dalla pubblicità ossessiva), l’università al collasso come nessun’altra nel Paese, cementificazione selvaggia che Monticchiello impallidisce al confronto, processi ad ecclesiastici, libri di denuncia alla Travaglio, liste civiche votate da un terzo dell’elettorato…
Che cosa succede nel quieto, piccolo e ricco mondo tradizionalmente ‘rosso’ di Siena, la città per anni tra le prime per qualità della vita? Perché è giusto che “Mondoraro” apra un percorso privilegiato per conoscere i problemi della città?
Proviamo a offrire una rapida sintesi, che i futuri interventi dettaglieranno.
La svolta nella storia della città tradizionalmente amministrata da un fortissimo PCI che si era rafforzato nel Dopoguerra con una copiosa immigrazione dalle campagne in città con la crisi della mezzadria, si è avuta per gli effetti prodotti da due fatti grosso modo coevi e convergenti: privatizzazione del MPS e unificazione dei vertici ex-PCI e ex-DC all’insegna di un unitario progetto di potere.
La vendita di mezzo MPS non solo ha portato da fuori in città potenti come un Caltagirone (con il 5% ne è vicepresidente!), ma con il ricavato della vendita ha portato alla Fondazione MPS, un ente ricchissimo, tutto nelle mani dei partiti locali (specie ex-PCI-DC), con disponibilità mai viste prima da erogare con la massima discrezionalità e senza render conto a nessuno dell’ordine dei 200 milioni all’anno in una città di poco più di 50mila abitanti (250mila la provincia)…
Una città che vedeva prima un minimo di dialettica e di equilibrio di poteri, perché il MPS ente pubblico aveva amministratori governativi oltreché i PCI locali e dei media grosso modo in competizione (Unità-Nazione per semplificare), si è improvvisamente trovata dai primi anni 2000 una dirigenza potente DP con un tesoro liquido a disposizione.
Una cascata di soldi mai visti prima e la mancanza di equilibrio politico hanno creato una cappa, l’immobilismo contrario alla meritocrazia e fatto trionfare il conformismo e l’obbedienza. Ovunque si lamenta che il pubblico e il privato non hanno più nessuna meritocrazia, vittime come sono del sistema prevalentemente clientelare che l’eccesso di disponibilità assistenziali ha creato…
Il sistema dopo pochi anni già mostra la sue crepe profonde perché i potenti si giovano della sostanza oligarchica che li ha prodotti e sono i meno interessati al cambiamento, naturalmente per cui si riproducono di qualità di solito inferiore, ma chi vuole avere rapporti con Siena di ogni genere deve passare per loro (la pubblicità del MPS produce com’è ovvio i suoi effetti nei giornali nazionali), mentre localmente o si sta al gioco o si deve emigrare.
Conclusione: il sistema è sembrato per anni rafforzarsi anziché indebolirsi. Ora sembra in crisi e abbiamo in apertura dato indicatori precisi.
Il malessere politico interpretato dalle liste civiche (il centro-destra è stato coinvolto nel sistema!) aumenta e il loro successo stesso aumenta, ma la crisi generale e del MPS e l’avvertire la crisi di egemonia rende anche più dura l’oligarchia che si sente minacciata.
La fine dell’Impero sarà convulsa, con colpi di coda durissimi. Solo un’informazione corretta, oggi inesistente in città, potrà aiutare i cittadini a dare uno sboccco positivo alla crisi attuale.
E’ un interesse non solo dei senesi. La città è patrimonio dell’umanità con certificato UNESCO.
E’ troppo bella per lasciarla affondare in questo modo. Nelle mani di un’oligarchia sciagurata.

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