Muore uno degli ultimi Indiani Avá Canoeiro

Recentemente è morto Iawí, uno degli ultimi membri della tribù degli Avá Canoeiro, a rischio di estinzione. Aveva un tumore e circa 56 anni. Con la sua morte, gli Avá Canoeiro del suo piccolo nucleo familiare restano solo in otto.

Insieme a sua moglie Tuia, a sua madre Matcha e a sua zia Naquatcha, Iawí era stato contattato dal Dipartimento agli Affari Indiani del Brasile (FUNAI) nel 1983, quando la costruzione di una grande diga idroelettrica avrebbe dovuto inondare il rifugio degli indigeni, nelle colline della Serra de Mesa.

Il governo designò un territorio per gli Avá Canoeiro solo nel 1996.

Il piccolo gruppo era sopravvissuto a un massacro avvenuto nel 1962, e per vent’anni aveva cercato rifugio nelle grotte più nascoste, in alto, tra le montagne.

Incredibilmente, questo gruppo di Avá Canoeiro vive a sole quattro ore di macchina dalla capitale Brasilia.

Di notte scendevano per saccheggiare gli orti dei coloni alla ricerca di cibo. Altrimenti sopravvivevano cacciando piccoli mammiferi come topi e pipistrelli. A causa di questa esistenza precaria, per lungo tempo le donne non sono riuscite a procreare.

Dopo il contatto, Iawí e Tuia hanno avuto un figlio e una figlia, Trumak e Putdjawa.

Putdjawa ha sposato un Indiano Tapirape e la coppia ha ora tre bambini piccoli.

La morte di Iawí, avvenuta il mese scorso, è uno shock molto forte per il gruppo. Iawí era infatti noto per il suo umorismo, per il coraggio dimostrato rifiutando il contatto per così tanto tempo, e per aver aiutato la sua famiglia a sopravvivere a tanti massacri.

Gli Avá Canoeiro sono gli ultimi superstiti di una tribù forte e orgogliosa che ha vissuto in fuga sin dal 1780. Per decenni hanno resistito con forza ai colonialisti bianchi che li cacciavano sistematicamente, mentre sempre più terre indigene venivano rubate.

Esiste un altro piccolo gruppo di Avá Canoeiro, contattato nel 1973. Oggi vivono nello stato confinante e condividono il territorio con altre tribù.

Fonte: www.survival.it

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.