Evil Dead: le origini di Sam Raimi

Sam Raimi, regista statunitense classe ’59, essenzialmente è legato e ricordato per due saghe, quella più moderna e commerciale di Spiderman e la più apprezzata dagli amanti dell’horror, Evil Dead!
Evil Dead è una saga composta da tre film: Evil Dead (1981), Evil Dead 2: Dead by Down (1987) e Army of Darkness (1993).
Saga conosciuta meglio come “La Casa”, “La Casa 2” e “L’Armata delle Tenebre”.
Raimi realizzò il primo Evil Dead quando andava all’università, si mise in società con l’allora compagno di camera Robert Tapert (ora produttore cinematografico) e l’amico di sempre Bruce Campbell (che proprio grazie a questa saga divenne un grande attore di pellicole horror), insieme misero insieme il misero budget di 350.000 dollari per realizzarlo. In parte recuperati da Raimi e Tapert, e in parte ottenuti dalla casa distributrice dopo che videro il cortometraggio “prototipo” del film, “Within the Woods”. Girato nel ’78 in 8mm (uno dei tanti che Raimi e Campbell si divertivano a girare verso la fine degli anni settanta). Questo cortometraggio non è in commercio, per motivi di copyright, ma è possibile vederlo su You Tube, qualità molto bassa. Evil Dead, visto il ridotto budget, fu girato nei weekend lungo l’arco di un anno e mezzo ed effetti speciali e tecniche furono improvvisate sul set con mezzi di fortuna. Come la shakeycam, sorta di steadycam ideata da Raimi per creare il movimento “tremolante” della macchina da presa. Utilizzata nelle riprese in soggettiva dei demoni che inseguono i ragazzi nel bosco. La storia, scritta da Raimi, è piuttosto semplice: cinque ragazzi, Ash (Bruce Campbell), Scott, Cheryl, Linda e Sally, decidono di trascorrere un week-end in uno chalet in montagna. Qui, poco dopo che i ragazzi hanno preso alloggio, una botola si apre all’improvviso. Decidono di scendere per vedere cosa l’abbia aperta, non trovano nulla apparte un registratore a nastro su cui è incisa la voce di un uomo, un archeologo, che afferma di aver ritrovato, presso le rovine del castello di Candar, il Necronomicon ex mortis (Libro dei Morti, chiaro riferimento al Necronomicon di Lovecraft), in grado di riportare in vita spiriti, demoni e defunti. Ovviamente, l’uomo ha inciso anche le formule contenute nel libro e una volta pronunciate, anche tramite la registrazione, viene risvegliato il demone che in esso riposava (l’evil dead, il “morto maledetto”). I ragazzi saranno costretti a sopravvivere al tentativo del demone di possederli e ucciderli. Ciliegina sulla torta, il ponte usato per giungere allo chalet crolla e restano isolati.
Nel film compaiono le caratteristiche che segneranno il cinema raimiano: il grande senso dello spettacolo, la cura dei dettagli e il gusto per l’esagerazione cartoonesca (evidenti rimandi ai personaggi dei cartoon della warner bros e al loro black humor) che stemperano i toni splatter (vedere l’orgia di sangue nel finale) e le scene slapstick, ossia, scene comiche basate sul linguaggio del corpo e nate col cinema muto. Le scene della cantina furono girate nella vera cantina della casa di Raimi. Tra i produttori figuravano anche i fratelli Coen. La Casa conta anche un predecessore, “Hausu”, film giapponese del 1977 diretto da Nobuhiko Obayashi e che vede una trama simile e lo stesso connubio di horror e commedia. Evil Dead divenne un cult per gli appassionati e nel 1987 Raimi diede vita al sequel/remake: Evil Dead 2.
L’inizio del film, i primi 5-10 minuti altro non sono che il remake del primo. Successivamente, con l’arrivo della figlia dell’archeologo e di altri sventurati personaggi si entra nel proseguo delle vicende narrate nel primo film. Il nuovo gruppo (che comprende un sopravvissuto/contagiato Ash, che riceve la nomina a “eroe suo malgrado”) si ritroverà chiuso nello chalet come fosse un fortino. E cercheranno di resistere agli attacchi delle forze demoniache che gli circondano. Grazie anche alla scoperta di poter contrastare le creature recitando gli incantesimi al contrario. Ma ovviamente non tutto andrà come deve. A cominciare dal salto temporale di Ash, che ci porta dritti al terzo capitolo, “L’Armata delle Tenebre” (1993). Questo secondo capitolo, che vede un Ash più protagonista, abbandona i tratti marcatamente splatter-gore per situazioni orientate verso lo splatter-trash e quelle situazioni da slapstick e l’esagerazione cartoonesca ormai la fanno da padrona: a intendere che comunque vada rimane una grande messinscena, un gioco. Ed eccoci al terzo capitolo della saga: Army of Darkness, che riprende la storia di Ash da dove si era interrotta, il suo arrivo nel medioevo!
Catturato dall’esercito di Re Arthur, dovrà dimostrare il suo valore e in seguito recuperare il terribile Necronomicon (fautore delle disgrazie di Ash) e involontariamente risveglierà le forze del male. Per tornare alla sua epoca dovrà difendere il libro dalla brama di potere da parte del suo alter ego malvagio, guidando la popolazione locale in una battaglia impensabile, contro l’esercito dei morti.
In questo terzo e finale (per ora) capitolo, Raimi abbandona l’abbondante uso del sangue per concentrarsi più sul lato umoristico, ormai quasi demenziale, e lo slapstick cartoonesco, grazie alla bravura di Campbell, ormai immerso completamente nel ruolo veramente cool di Ash. Da ricordare la battaglia contro gli scheletri, chiaro omaggio al film “Gli Argonauti” (1963).
Il finale era stato concepito diversamente: Ash doveva finire in un futuro post atomico. La produzione lo ritenne troppo pessimistico. Ma è visionabile come extra nell’edizione americana del Dvd. Un quarto capitolo potrebbe vedere la luce nei prossimi anni, a detta di Raimi. Lui e il fratello stanno lavorando alla storia che riporterebbe Bruce Campbell nei panni del mitico Ash. Nel frattempo meglio rinfrescarsi la memoria o recuperare (se mai si è avuta l’occasione di vedere Evil Dead!) l’intera saga in Dvd.

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