Il Demone di Laplace

Un team di ricercatori ha elaborato un software capace di prevedere l’evoluzione di semplici eventi fisici. Il test finale, che consiste nel calcolare in anticipo il numero di frammenti di vetro prodotti dalla caduta di un bicchiere, è stato un successo.
Attirato da questi risultati, il misterioso professor Cornelius invita il team nella sua villa sperduta su un’isola remota, tenendo ben celato il vero scopo dell’incontro. Accompagnati da Alfred, un uomo di mare ingaggiato da Cornelius, i sette ricercatori giungono sul posto, trovandolo desolato e solitario.
L’unica abitazione presente è la dimora del professore, eretta sulla cima di una rupe e raggiungibile esclusivamente con un vecchio ascensore.
L’ingresso nella villa lascia gli otto personaggi sconcertati: ad accoglierli non c’è nessuno. Una breve esplorazione dell’ambiente li porta ad imbattersi in un bizzarro
modellino della casa in cui si trovano. Su di esso sono presenti otto pedoni, identici a quelli degli scacchi, che sembrano spostarsi in perfetta sincronia con i movimenti dei protagonisti. Il funzionamento del congegno, del tutto meccanico, suggerisce la folle idea che chi lo ha costruito sia riuscito a prevedere ogni spostamento dei futuri ospiti.
In un videomessaggio appare Cornelius, annunciando che è appena iniziato un nuovo esperimento. Gli otto protagonisti decidono di andar via, ma l’ascensore non funziona
più. L’avanzare della notte li condurrà a situazioni paradossali, in un crescendo di tensione che metterà a dura prova non solo i loro nervi, ma anche una delle certezze più radicate: quella di disporre di libero arbitrio.

“Il Demone di Laplace” è un film indipendente la cui realizzazione ha richiesto sette anni e mezzo di lavorazione. Iniziato nel 2009 è stato completato nel 2017. Il film si ispira a grandi maestri del passato come Alfred Hitchcock, Val Lewton, René Clair e Robert Wise. Opere come “Dieci piccoli indiani” e “Gli invasati” hanno influenzato la storia e l’atmosfera del film rappresentando al contempo una sfida realizzativa: per immergere le vicende narrate in un’ambientazione suggestiva con a disposizione solo una piccola stanza in un seminterrato è stata utilizzata una tecnica ormai in disuso: quella del
fondale retroproiettato, sistema adottato nel passato per mostrare un ambiente animato alle spalle degli attori. Questa tecnica è stata sfruttata per realizzare sia esterni che interni, utilizzando come fondali ambienti virtuali creati in Computer Grafica.

Questa soluzione estremamente efficace ha tuttavia dilatato i tempi di lavorazione: la preparazione di centinaia di fondali, la ricerca delle giuste prospettive, lo sforzo di dare coerenza alle luci hanno complicato enormemente l’esecuzione di ogni
singola inquadratura, protraendo la fase di preproduzione e quella delle riprese negli anni. Ne è seguita una fase di postproduzione altrettanto faticosa, in cui ogni sforzo, dalla musica alla grafica, dagli effetti sonori al montaggio, è stato profuso affinché il risultato finale fosse omogeneo e nessuna delle lavorazioni emergesse e si imponesse sulle altre.

“Il Demone di Laplace” è stato proiettato in Prima Mondiale il 21 Luglio 2017 al Fantasia International Film Festival di Montréal, dove è stato selezionato nella sezione
“Camera Lucida”. Il film ha ottenuto commenti molto positivi da parte della critica di settore ed ha avuto un forte richiamo sul pubblico, con il tutto esaurito in entrambe le proiezioni tenutesi durante il Festival. L’apprezzamento si è concretizzato con l’assegnazione al film del “Silver Prize” nella categoria “Audience Award – Most Innovative Feature Film”.
Successivamente è stato presentato in anteprima europea a Parigi a L’Etrange Festival nella sezione “Mondovision”, fuori concorso. Anche in questo caso stampa specializzata e pubblico hanno espresso grande apprezzamento nei confronti del film.
Selezionato ufficialmente allo Screamfest Horror Film Festival 2017 di Los Angeles, il più grande evento cinematografico per il genere horror negli USA, “Il Demone di Laplace” ha ottenuto quattro importanti riconoscimenti: “Best Musical Score”, “Best Cinematography”, “Best Visual FX”, ”Best Special FX”.

Durata: 109 minuti
Regia di: Giordano Giulivi
Prodotto da: Duccio Giulivi, Silvano Bertolin, Ferdinando D’Urbano, Giordano Giulivi Scritto da: Duccio Giulivi, Giordano Giulivi
Fotografia: Ferdinando D’Urbano, Giordano Giulivi Musica: Duccio Giulivi
Montaggio: Giordano Giulivi, Ferdinando D’Urbano Effetti visivi: Giordano Giulivi, Alessandro Zonfrilli Effetti speciali: Giordano Giulivi
Cast: Alessandro Zonfrilli (Roy), Carlotta Mazzoncini (Sophia), Duccio Giulivi (Jim Bob), Ferdinando D’Urbano (Herbert), Silvano Bertolin (Karlheinz), Simone Moscato (Alfred), Simone Valeri (Bruno), Walter Smorti (Isaac)

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.