Equità sociale?

Egregio Direttore,
In entrambi i sobri discorsi ufficiali del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del Presidente del Consiglio incaricato prof. Mario Monti, è stata pronunciata l’espressione “EQUITA’ SOCIALE”.  Personalmente l’applaudo,  mi sembra un buon inizio.
Quando infatti nel gergo volgare del governo dimissionario abbiamo udito simili vocaboli?  Non ci resta che sperare che tali enunciazioni corrispondano ad una reale volontà di andare in tale direzione,  giudicheremo dai fatti.   Al presente rallegriamoci almeno, insieme a Roberta (lettera dell’8/11 su Varese-News), della fine del governo Berlusconi che tanto ha nuociuto al nostro Paese e che rischiava di ammazzare la democrazia (almeno questa è la mia opinione, e finchè siamo in democrazia mi sia consentito esternarla!).
Purtroppo o per fortuna (le opinioni qui necessariamente divergono) ci troviamo a vivere in un SISTEMA CAPITALISTICO GLOBALE, neoliberista e liberoscambista, che se procura vantaggi per molti è fonte di svantaggi e di miseria per moltissimi altri, soprattutto per le classi  lavoratrici in generale.  Infatti così com’è attualmente (“Capitalismo selvaggio” l’avevo definito) produce inevitabilmente forti diseguaglianze e tensioni sociali, e le sue periodiche “crisi” economiche ne sono la testimonianza e ne minacciano la sua stessa esistenza.   Per questo in alcune precedenti lettere avevo avanzato l’idea (illusione? utopia?) che con  l’introduzione di opportuni saggi correttivi si possa addivenire ad un “Capitalismo sociale”, nel senso di una più equa distribuzione della ricchezza prodotta, anche attraverso l’introduzione e l’imposizione di regole e controlli severi (che ora non esistono, o sono deboli e facilmente aggirabili) soprattutto al mondo della Finanza, delle banche e dei mercati borsistici (che ora hanno carta libera di agire a livello mondiale con spregiudicatezza e cinismo, senza alcun senso etico, unicamente a vantaggio di coloro che detengono i grandi capitali, sottraendo ricchezza a tutti coloro che col loro lavoro e coi loro risparmi implicitamente li mantengono).
Perciò non dò torto a quanti auspicherebbero l’uscita dal Capitalismo, ma farei loro osservare che,  almeno per il momento, la cosa non mi sembra possibile perchè mancano le condizioni  (di miseria soprattutto per la stragrande maggioranza della popolazione, cosa che mi auguro non avvenga mai nei nostri paesi “ricchi” e democratici) necessarie per il verificarsi di quelle rivoluzioni che la Storia ricorda.  Ed anche non mi sembrano esserci al presente le condizioni per modificare il Capitalismo nel senso di una “Socializzazione dell’economia e delle imprese”, ipotesi forse più realistica della precedente che altri proporrebbero come panacea risolutoria al disordine e alle ingiustizie sociali attuali.
Pertanto, siccome “il meglio è nemico del bene” come recita un vecchio adagio, mi sembra più realistico al momento attuale (in futuro si vedrà!) continuare a VIVERE NEL CAPITALISMO COME MEGLIO POSSIAMO, adoperandoci per introdurre in esso quei correttivi che vadano nella direzione di una maggiore GIUSTIZIA ed EQUITA’ SOCIALE.  Ciò sarà possibile se la maggioranza dei Cittadini sarà capace di rinunciare ai  propri egoismi, soprattutto se ingiustificati e controproducenti sotto il profilo sociale, e farà quanto è in suo  potere (soprattutto attraverso il voto) per favorire l’affermazione di GOVERNI che nei loro programmi pongano anzitutto questi obiettivi. E che impongano alla Finanza ed ai “mercati” quelle regole e quei controlli che finora non sono stati mai posti, ristabilendo il giusto EQUILIBRIO TRA CAPITALE E LAVORO, nonchè la SUPREMAZIA DELLA POLITICA sul Capitale e sulla Finanza.  Perchè se ciò non avverrà, allora sì che potranno verificarsi quei sovvolgimenti sociali che potrebbero scuotere il sistema capitalistico alle radici fino ad abbatterlo (per sostituirlo magari con uno peggiore).
Dobbiamo quindi ringraziare (e non denigrare) i “tecnocrati”del sistema capitalistico (perchè forse in altri sistemi politico-economici non ci sono i tecnocrati?) che guidano l’Economia e la Finanza internazionale, come Monti, Draghi, e quanti altri hanno in questo difficile momento intelligentemente operato, e che anche – senz’altro con lo “zampino” del Vaticano – ci hanno già fatto un ottimo servizio concorrendo a liberarci dal governo Berlusconi!  Speriamo che possano continuare ad operare, a livello nazionale e internazionale, per far sì che questo capitalismo neoliberista, se proprio è destinato a durare,  almeno diventi un CAPITALISMO DAL VOLTO UMANO, cioè vada nella direzione di quella EQUITA’ SOCIALE espressa nei discorsi di Monti e Napolitano (ciò in sintonia col pensiero delle alte Gerarchie Cattoliche e coi programmi di diversi Partiti politici), nel rispetto di  quelle esigenze elementari di ogni persona (come istruzione, lavoro, occupazione, benessere),  in modo da ridare alle giovani generazioni quelle certezze e quelle speranze che il governo dimissionario nel giro di pochi anni ha distrutto. Perchè “GIUSTIZIA e LIBERTA’”, “LIBERTE’ EGALITE’ FRATERNITE’” sono il sale di ogni sana DEMOCRAZIA.

Giovanni Dotti

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