Antonio De Curtis, in arte Totò

Antonio de Curtis nasce a Napoli, nel rione Sanità, il 15 febbraio del 1898. Sua madre era Anna Clemente, da cui acquisirà il cognome che terrà fino al riconoscimento paterno di Giuseppe de Curtis, erede del marchese de Curtis. I primi anni li trascorre nei vicoli cittadini. Nella sua carriera scolastica consegue la licenza elementare ma in seguito non completa il ginnasio. Presto comincia ad interessarsi di teatro, soprattutto quello comico. Nella stagione 1913-14 debutta con lo pseudonimo di  Clerment. Nell’anno successivo inizia la Prima guerra mondiale e lui parte volontario; soprattutto per la garanzia di poter mettere insieme il pranzo e la cena. Ad ogni modo quel periodo si rivelerà importante per la sua formazione di uomo e, in secondo senso, di attore. Conclusa questa esperienza torna alla sua carriera nel mondo teatrale, in pieno sviluppo, nel quale incontra Eduardo e Peppino De Filippo. Nel 1928 la paternità di Antonio è riconosciuta da Giuseppe de Curtis che già sei anni prima si era sposato con Anna Clemente, anche se su questa vicenda vi sono varie valutazioni. Si trasferiscono a Roma, e Antonio dopo un periodo in vari teatri arriva al successo. All’inizio degli anni ‘30 avviene il suicidio della cantante Liliana Castagnola vicina a lui sentimentalmente. Egli deciderà di farla riposare nella tomba di famiglia dei de Curtis, e poi darà lo stesso nome a sua figlia, nata dal successivo matrimonio, nel 1935 con Diana Rogliani, poi concluso formalmente nel 1940 seppure il legame proseguirà fino agli anni ‘50.

Nel 1933 il marchese Francesco Maria Gagliardi Focas lo adotta, e Antonio potrà quindi acquisirne i titoli nobiliari, seppure a conclusione di una controversia legale. La prima parte degli anni ‘30 sancisce il suo successo in teatro, e nel 1937 arriva il cinema con la interpretazione da protagonista nel film Fermo con le mani. Nel 1945 acquisisce i titoli nobiliari.

Nel 1952 conosce Franca Faldini, che gli rimarrà accanto per sempre anche se non si sposeranno. E’ un periodo di notevole attività artistica. Antonio de Curtis è impegnato sia in teatro sia al cinema dove il suo personaggio Totò ha un successo strepitoso e basta il solo nome nella locandina del film per garantirne il successo commerciale, seppure non corrisposto (allora) da un proporzionale successo di critica. La carriera teatrale alternata fino ad allora a quella cinematografica si concluderà nel 1956 in seguito ad un grave problema di cecità. Proprio nello stesso periodo comincia il sodalizio con Peppino De Filippo che avrà i suoi momenti epici in film, tra gli altri, come Totò, Peppino e la Malafemmina, e ne La banda degli onesti. Totò oltre che con Peppino farà coppia con tutti i più grandi attori della commedia italiana (e non soltanto), quali Nino Taranto, Aldo Fabrizi, Macario, Vittorio De Sica, e anche con attori caratteristi come Mario Castellani, Enzo Turco, e Carlo Delle Piane. Arrivano gli anni ‘60 e con l’inizio della parabola discendente della commedia italiana, anche Totò deve ridefinire il suo personaggio. Nel 1964 interpreta uno dei suoi migliori film, Il comandante, e nello stesso anno fa una incursione nella commedia nera con il film Che fine ha fatto Totò baby?. Nel 1965 è fra’ Timoteo nella trasposizione cinematografica de La mandragola di Machiavelli. Nel 1966 inizia la collaborazione con Pier Paolo Pasolini. Totò, con Ninetto Davoli, è l’interprete principale del film Uccellacci e uccellini, e l’anno successivo dell’episodio Che cosa sono le nuvole?, nel film Capriccio all’italiana. Antonio de Curtis muore il 15 aprile del 1967. Ai suoi funerali partecipa circa un milione di persone e tutta Italia assisterà con sorpresa e tristezza. Ma non sarà la fine. Sarà l’inizio della riscoperta del più grande attore italiano.

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