BELGIO – Eutanasia, 7 medici su 10 chiedono legalizzazione anche per pazienti minorenni

Cosa pensano della pratica del suicidio medicalmente assistito i medici che lavorano a contatto con bambini terminali? E’ a questa domanda che cerca di rispondere un’indagine del Bioethics Institute dell’Università di Ghent, pubblicato sulla rivista scientifica Archives of Diseases in Childhood.
I ricercatori hanno inviato questionari anonimi ai 149 medici operanti nelle Fiandre che hanno firmato certificati di morte di pazienti minorenni (da 1 a 17 anni di età) tra il giugno 2007 e il novembre 2008. Hanno risposto al questionario 124 medici.
Il 69% dei rispondenti si è detto favorevole ad estendere la legge sull’eutanasia anche ai minori; il 26% pensa che invece sia necessario stabilire un limite di età; il 61% pensa che sia necessario ottenere il consenso dei genitori prima di procedere con qualsiasi decisione sul fine vita.
Per quanto riguarda il suicidio medicalmente assistito, il 67,7% dei medici si dice favorevole alla legalizzazione per i minori, il 32,2% è contrario o riluttante.
In generale, rilevano i ricercatori, i medici favorevoli alla pratica tendono più spesso dei colleghi contrari a partecipare a decisioni sul fine vita che hanno l’obiettivo di accorciare la vita del paziente in sofferenza.
Queste le conclusioni degli autori: “Una maggioranza dei medici interpellati sembra ritenere ammissibile la pratica del suicidio medicalmente assistito nei minori a certe condizioni ed è favorevole ad una modifica in tal senso della legge sull’eutanasia”. Il metodo preferito dai medici per determinare chi può chiedere e ottenere il suicidio medicalmente assistito è “quello di valutare caso per caso la capacità di intendere e di volere del paziente piuttosto fissare limiti di età arbitrari.  Queste opinioni, derivanti dall’esperienza maturata a contatto con il fine vita, potrebbero incoraggiare i politici a sviluppare linee guida sulle pratiche mediche nel fine vita relativamente ai minori”.

fonte aduc

L’ALCHIMISTA NON percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille). La sua forza sono iscrizioni e contributi donati da chi ci ritiene utile.