Dorian Gray – Moonage Mantra

Moonage Mantra è il titolo del nuovo album dei Dorian Gray, storica band dell’indie italiano attiva dai primi anni ’90 e giunta oggi ad un nuovo sorprendente capitolo discografico. Dopo essere stata la prima band europea a suonare in Cina (correva l’anno 1992), dopo il premio Lunezia nel 1999, dopo il premio alla carriera al Mei 2009, dopo sei album in studio e centinaia di concerti nel mondo, i Dorian Gray  tornano con un disco che rappresenta la porta d’ingresso in un nuovo universo multisensoriale, dove la musica si fonde con le arti figurative, le barriere linguistiche crollano e le canzoni sono psichedeliche riflessioni che indagano l’essenza più profonda dell’essere umano.

In uscita il 10 febbraio (Cassavetes Connection / Believe), Moonage Mantra è disco importante per diversi motivi. Importante per gli ospiti musicali nazionali e internazionali che vi hanno suonato: su tutti Blaine Reininger dei Tuxedomoon, ma anche Luca Masseroni dei Tre allegri ragazzi morti e Sebastiano de Gennaro di Calibro 35 e Le luci della centrale elettrica.
Importante per le sedici pagine di corredo artistico firmate da alcune delle migliori penne del fumetto e della graphic novel italiana, da Davide Toffolo ad Ausonia, da Andrea Bruno a Gildo Atzori fino a Marino Neri.
Importante, infine, per la scelta inusuale di sdoppiare l’album in due parti. La prima, cantata in italiano, è fedele al mondo sonoro a cui i Dorian Gray ci hanno abituato nel tempo, ossia un mix intrigante di cantautorato, new wave e alternative rock. La seconda, affidata alla lingua inglese, testimonia invece l’espressione più acida e psichedelica del suono della band, che in queste tracce ha scelto addirittura di svestire i panni di Dorian Gray per indossare lo pseudonimo di Golem in love.

L’intero disco – spiega il frontman Davide Catinariè segnato da un profondo bipolarismo. Dorian Gray è la condizione irrisolta del disagio interiore del qui e ora,  è lo sguardo disincantato sugli effetti di un’immortalità fine a se stessa. Golem in love rappresenta invece la distruzione della consapevolezza attraverso l’innocenza, il bambino che vuole mettere il mare in un secchiello. Sono visioni parallele di un percorso circolare che tende all’infinito. Moonage mantra è schizofrenia come ricchezza, diversità come valore, distanza come bellezza. E’ un polveroso Moleskine  dove si annotare i passaggi che portano all’eliminazione della parte trasparente della coscienza”. 

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