Quattro chiacchiere con Edoardo Sylos Labini

E’ il quarto anno che curi la rassegna Manzoni Cultura, un originale salotto di approfondimento su alcuni personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura. E’ difficile far parlare in modo spontaneo i protagonisti, di se stessi?
Sai è sempre difficile, perché bisogna creare quell’atmosfera che mette a proprio agio la persona intervista e che le permette di raccontare magari episodi inediti della propria vita personale o della carriera artistica. Essendo un artista che intervista, solitamente altri artisti, si crea un’atmosfera tipica di un salotto tra amici, che si confrontano con l’aggiunta della partecipazione del pubblico. Questa è “la magia” del Manzoni Cultura.

MondoRaro nasce in Abruzzo e quindi per noi è d’obbligo chiederti del tuo spettacolo teatrale “D’Annunzio Segreto“, con il quale tornerai al Teatro Manzoni da febbraio 2018. Come nasce questo “amore” per D’annunzio?
Porto in teatro D’Annunzio da anni, è un mio cavallo di battaglia… in un certo senso sono diventato D’Annunzio, anche il look che oramai ho adottato ricorda il grande Vate, che è una grande personaggio che ho amato da subito. Lo spettacolo è nato anni fa con Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale. Il primo allestimento, per il 150mo anniversario della nascita del Vate era molto “pop”, poi lo spettacolo nel tempo ha avuto un’evoluzione trasformandosi in qualcosa di più intimo, appunto segreto mettendo in luce non il “super uomo”, ma l’uomo con le sue insicurezze e fragilità, che “parlava” con la Duse morta, quasi in “seduta spiritica”. Racconto quindi D’Annunzio ed i suoi segreti più nascosti, grazie anche ad alcuni carteggi custoditi proprio al Vittoriale.

Dal 24 ottobre al 19 novembre sei al Teatro Golden, per portare in scena un tuo cavallo di battaglia “Il ritorno di un uomo sbagliato”, che ha delle dinamiche particolari in quanto interagisci con il pubblico…
Sai in tempo di “crisi” bisogna rispolverare i cavalli di battaglia…(ridiamo). Lo spettacolo è il seguito di “Rum e Vodka”, nel quale raccontavo di un ragazzo alcolizzato che si ubriacava passando da un locale all’altro. Nel “Il ritorno di un uomo sbagliato“, il protagonista è diventato grande, ha due figlie, la moglie incinta, ma è rimasta la “sua immaturità” anche se ha “messo la testa a posto”, si è trovato un lavoro, ha un mutuo, fa Babbo Natale all’asilo, fa tutte le cose del “bravo padre di famiglia” ma non ci sta dentro e quindi si butta in una tre giorni di ubriacature dove ne combina di tutti i colori, affrontando tematiche quali la solitudine, ma sempre in modo ironico. Lo spettacolo è molto divertente, ci sono gli avventori, il barista, le due cantanti ed io che interpreto il protagonista e quindi trasformo il Teatro Golden in un locale dove il pubblico beve realmente e si diverte moltissimo.

Ci parli della tua “rete” #CulturaIdentità?
In Italia ci sono migliaia di Associazioni Culturali che fanno un grande lavoro sul territorio, però non hanno voce, sono disperse oppure diventano “servili” di un sistema della “cultura e dell’arte” che è appannaggio esclusivo della Sinistra. Ci sono però tantissime associazioni, artisti ed intellettuali che non hanno una connotazione politica, che la politica la fanno con le attività culturali sul territorio e vogliono avere una voce, ed io cerco di metterle tutte in rete con #CulturaIdentità, che lancio dalla piattaforma del mio Giornale OFF, nella quale stanno convergendo televisioni private, associazioni, artisti, intellettuali che vogliono difendere due concetti chiave: La nostra Cultura e la nostra Identità.

Hai fatto molte fiction di successo. Qual è il tuo rapporto con la Tv?
E’ sempre stata la benzina per produrre i miei progetti culturali.

Per concludere un “errore” che un attore o un’attrice che non dovrebbe fare?
Dire di che “squadra” sei..


Link utili per approfondire:

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