Volevo fare un disco l’album d’esordio di GALIL3O

“Volevo fare un disco” è l’album d’esordio di Galil3o, cantautore romano raffinato e inquieto, un lavoro autenticamente indie-pop, intimo e ispirato. A legare gli 8 brani che compongono il disco, le emozioni sottili e i dettagli che determinano la nostra quotidianità, le piccole gioie e le frustrazioni che mettono in disordine le nostre abitudini.
“Volevo fare un disco” è un quadro espressionista: i sentimenti di Galil3o si posano sulla realtà, senza mediazioni, colorando i dettagli di un’esistenza. Fedele alla sua natura malinconica, l’artista attraversa luci e ombre, tra considerazioni agrodolci e sogni che, nonostante tutto, non smettono mai di brillare. Per restituire la sua interiorità, ha scelto una vena cantautorale squisitamente pop, leggera e ricercata al tempo stesso. Sullo sfondo, presente ma silenziosa, Roma
Link all’album su Spotify: https://open.spotify.com….
GALIL3O PARLA DI “Volevo fare un disco”
Quando da piccolo mi chiedevano cosa volessi fare da grande, io rispondevo: “Vorrei fare un disco!”. E oggi, che ancora non so cosa voglia dire in fondo “esser grandi”, ho coronato questo mio piccolo grande sogno. Ho pensato molto a come chiamare il nuovo lavoro, a come poter racchiudere in modo sensato la mia musica, le mie parole, il mio mondo, e mi son detto che “volevo fare un disco” sarebbe stato perfetto. Calza a pennello!
Quattro semplici parole che descrivono il percorso fatto per arrivare fin qui… otto canzoni che parlano della mia vita, un po’ come se fosse un’autobiografia. Non è stato facile, si percepisce, ma questo disco racconta i miei sogni, le mie abitudini, il mio quartiere e la mia città. I miei momenti di solitudine, i miei dolori e le mie più grandi incazzature, i miei amori, le mie amicizie, le mie serate e i miei viaggi. I miei concerti, le mie note, i miei sorrisi. Ho cercato di metterci tutto me stesso perché penso che solo così chi lo ascolterà mi potrà conoscere e, se lo ascolterà con attenzione, riconoscersi.
Sembra banale, ma nella semplicità si celano le musiche più difficili da ascoltare, le parole più vere da comprendere. Nella frenesia di oggi, ci vuole ancora un cuore grande (ma anche un culo grande) che aiuti… Sì, volevo fare un disco sono solo quattro semplici parole, ma non avrei potuto dirlo meglio.

Galil3o parla di “VOLEVO FARE UN DISCO” traccia per traccia
Francesco (esci tutte le sere)
Francesco perché sei così approssimativo?
Quante volte me lo sono sentito dire, eppure sono sempre molto divertente quando esco il sabato sera… soprattutto in quelle serate che partono piano, in sordina, e poi rimangono nella storia… alla fine cos’altro ci serve per essere felici?
Viaggiare Leggeri
Con un viaggio si può andare ovunque, appena ne hai consapevolezza senti addosso delle sensazioni uniche di libertà, mista a nostalgia. Almeno per me è così. Con un viaggio si può andare ovunque, soprattutto se il viaggio lo si fa dentro sé stessi, seguendo l’istinto e lasciandosi andare. Può portarti in posti che nemmeno immaginavi potessero esistere… Leggero è il mio modo di dire “Libero”.
Le abitudini
Le abitudini hanno sempre avuto un’accezione negativa, invece non sono d’accordo, ogni piccola cosa che si fa durante la giornata è un’abitudine. Queste abitudini ti hanno portato a essere la persona che sei ora. L’imprevedibilità del cambiamento mi spaventa, ma l’imprevedibilità con cui compi un gesto abitudinario è lei a renderci tutti così unici e complessi. Incastrati nella routine di tutti i giorni mi chiedo se è davvero la vita che avrei voluto, e tu ci pensi mai se è davvero la vita che volevi tu?
QuasiMai
I propri limiti sono la più grande chiave di aggregazione che esista. Avere il coraggio di condividerli con le persone che li meritano davvero ti rende una persona libera.
Ne sono “quasi” sicuro…
La perfezione, la felicità durano un istante e sono obiettivi non facili da raggiungere, creano un falso mito. Bisogna godere dell’attesa, del raggiungimento e anche della perdita allo stesso modo.
Motel
Ci sono momenti per parlare, altri per ascoltare, ma ci sono momenti per rimanere in silenzio, soprattutto dopo una notte difficile, che ti è sfuggita e che stai ancora cercando di capire. Tutto corre troppo veloce. Sono sempre il primo a mettersi in discussione, ma ci servirebbe/mi servirebbe un po’ più di tolleranza. Alla fine, siamo tutti così fottutamente uguali… e niente, una musica da lontano mi ha distratto e non ricordo più cosa volessi dire!
Fernet
La sincerità ripaga sempre, l’ho imparato sulla mia pelle. Anche se certe volte è più bello mentire e fare l’amore, per sentirsi meno soli.
Però, alla fine, come dice Vasco “va bene, va bene così” e poi è sempre bello raccontare le cazzate fatte con un bicchiere pieno, con i tuoi amici che ti prendono per il culo, ed è soprattutto bello avere la consapevolezza di capire, sempre un po’ di più, in fondo come sei!
L’uomo di Da Vinci
Quante volte, guardandomi allo specchio ho pensato “che casino”, alla fine però con un sorriso se si cade ci si rialza, fidandosi un po’ più in sé stessi. Il casino magari rimane, non riesci a risolverlo, ma tu ci navighi meravigliosamente perché ormai conosci a memoria il tuo mare, marinaio…
Mi hanno rubato la macchina
C’è poco da ridere… è una storia vera!
Mi hanno rubato la macchina, era bianca, anzi “bianco perla vintage” per l’esattezza!
Guardo dalla finestra e non la vedo più. Non sono mai stato un grande fan della metro, poi non ne parliamo quando piove. Avevo pure fatto il pieno, avevo tutti i miei CD preferiti… mi mancano le ore trascorse insieme a lei per parcheggiare. Se vedi una macchina bianca fammi un fischio!

Crediti
Parole e Musica di Francesco Galioto.
Arrangiato e Prodotto da Luigi Di Chiappari e Andrea Guastadisegni.
Masterizzato da Matteo Gabbianelli, Studio kuTso Noise Home.
Distribuzione: Artist First
Etichetta: kuTso Noise home
La copertina nasce da un dipinto originale dell’artista Mario Tavernaro, rielaborato digitalmente da Eva Tavernaro.
Le foto promozionali sono di Matteo Casilli.
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