Sei mia e ti ucciderò, il terrificante caso di Esther Cox

L’anno è il 1878, il luogo Princess Strett ad Amherst, una piccola cittadina al centro-nord della Nuova Scozia. La protagonista del caso è Esther Cox. Gli strani eventi narrati in questo articolo, sono tutti testimoniati e documentati e rappresentano semplicemente una descrizione di ciò che accadde.

Esther una ragazza di 19 anni, viveva in un piccola casa in affitto, con sua sorella sposata Olive Teed, suo marito Daniel e i loro due piccoli bambini; nell’affollato piccolo cottage vivevano anche Jennie e William (un’altra sorella e un altro fratello di Esther) e il fratello di Daniel, John. Improvvisamente, nella quiete di questa ordinaria casa, colpì l’orrore, ma non da qualche forza paranormale, ma un “mostro” fin troppo umano. Esther fu quasi violentata da un conoscente: Bob MacNeal. Benché sfuggì alla violenza con ferite minori, l’attacco contro di lei sembrò, in qualche modo aprire la porta ad altri attacchi, questa volta però ad opera di entità invisibili. È così che ha inizio il caso più terrificante della storia dei poltergheist.

Una notte delle urla svegliarono la casa. Esther e la sorella Jennie avevano visto qualcosa muoversi sotto le coperte, all’inizio si pensò ad un topo, ma le ricerche non diedero alcun esito. Le ragazze tornarono a letto e la casa si calmò per quella notte. La notte seguente più urla disturbarono la famiglia. Esther e Jennie agitate dissero di aver sentito degli strani tumori provenire da una scatola di stoffe che era tenuta sotto il letto. Quando portarono la scatola al centro della stanza, questa balzò in aria da sola e atterrò su di un lato. Non appena le ragazze ebbero, nervosamente, raddrizzato la scatola, questa saltò in aria nuovamente, tra lo stupore e le grida di terrore delle due ragazze. Gli eventi furono attribuiti alla loro fervida immaginazione. La terza notte però, fornì le prove a tutti che qualcosa lontano dall’ordinario stava succedendo a Esther.
La giovane ragazza andò a letto, spiegando che si sentiva poco bene. Verso le 22.00 Jennie si unì a lei nel letto; Esther allora saltò fuori dal letto, strappandosi la vestaglia e urlando. “Oh mio Dio !… Che mi sta accadendo ? Sto morendo !”. Jennie accese una lampada e guardò la sorella, rimase terrificata nel vedere che la sua pelle era rosso luminoso e sembrava gonfiarsi a dismisura. Olive corse nella camera e insieme a Jennie, riuscì a mettere di nuovo a letto Esther, mentre la ragazza sembrava soffocare e lottare per respirare. Intanto, gli altri erano accorsi nella stanza e guardavano attoniti ciò che accadeva ad Esther; poi, improvvisamente da sotto il letto provenne un rumore assordante come di sparo, che scosse tutta la stanza. Altri tre spari si udirono, dopo i quali il gonfiore di Esther cessò e lei cadde in un profondo sonno, quasi comatoso. Quattro notti dopo questi orribili eventi tornarono a ripetersi. Perplesso di fronte a questo irreale travaglio, Daniel, chiese al medico locale, il dottor Carrite, di esaminare Esther.
Un giorno, mentre il dottor Carrite, era nella stanza di Esther, vide il guanciale muoversi sotto la testa della ragazza, senza che nessuno lo toccasse: udì degli spari provenire da sotto il letto, ma non riuscì a trovarne la causa, vide i vestiti buttati confusamente attraverso la stanza da mani invisibili; sentì un rumore come il raschiare di un attrezzo metallico contro l’intonaco, guardò verso il muro sopra il letto di Esther e vide lettere grandi quanto un piede, scriversi da sole sulla parete. Quando il fenomeno terminò sulla parete apparve la scritta: “ESTHER COX TU SEI MIA E TI UCCIDERO’”. Nei giorni seguenti il dottore assistette ad altri eventi: patate che venivano lanciate con violenza attraverso la stanza; assordanti rumori provenire dal letto della ragazza, oggetti muoversi inspiegabilmente e strane voci attraversare la casa. Nonostante il dottore investigasse su tali fenomeni, non riuscì mai a trovarne una causa apparente, che ne motivasse la manifestazione.
Anni dopo avrebbe scritto ad un collega: “Onestamente le persone scettiche ci sono in tutte le occasioni, ma sono convinto che nella storia non ci sia truffa o inganno. Se devo pubblicare il caso su un giornale medico, come tu mi suggerisci, dubito che i fisici mi crederanno. Sono convinto che non ci avrei creduto neanche io, se non avessi visto tutto con i miei occhi”. Il dottor Carrite, non riuscì a far nulla per Esther.
I fenomeni intanto, proseguirono e si fecero più distruttivi e minacciosi: inspiegabili incendi scoppiavano attorno alla casa; coltelli e forchette si piantavano nelle pareti; fiammiferi accesi si materializzavano improvvisamente dal nulla; mobili si spostavano da soli violentemente contro i muri; spilli apparivano dal nulla per affondarsi nella faccia di Esther; un temperino fu strappato da mani invisibili, dalle mani di un vicino e si conficcò nella schiena della ragazza.
La povera e tormentata Esther, provò diverse volte a scappare dall’entità malefica, ma questa la seguiva ovunque. Una domenica la ragazza era a messa in una chiesa Battista. Quando la messa cominciò colpi e rumori si udirono all’interno dell’edificio. I rumori si facevano sempre più forti e violenti, soffocando la predica del prete. Sapendo di essere la causa dell’evento, Esther uscì dalla Chiesa e i rumori cessarono.
Provò perfino a risparmiare la famiglia dalle manifestazioni, trasferendosi nella casa di un vicino, ma l’entità malefica la seguì, così Esther fu costretta a tornare a casa.
Il proprietario della casa dove la famiglia di Esther abitava, spaventato dalla natura distruttiva del fenomeno, voleva sfrattare la famiglia; la ragazza allora, prendendosi nuovamente la responsabilità per gli eventi, si trasferì in una fattoria vicina. Quando il granaio della fattoria prese fuoco, il contadino fece arrestare Esther per incendio doloso, per il quale fu condannata a quattro mesi. Fortunatamente trascorse solo un mese in prigione e poi fu rilasciata. Dopo che fu rilasciata dalla prigione le attività dell’entità malefica diminuirono, fino a sparire. Più tardi Esther si sposò e morì nel 1912 all’età di 53 anni.

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