Saffir Garland – La calma dei malvagi, la recensione

Ho ascoltato in anteprima “La calma dei malvagi” di Gilberto Ongaro in arte Saffir Garland.
Un disco originale ed ispirato. I testi sono poetici, incazzati, di denuncia e colpiscono nel segno, raccontando le brutture della nostra società.

Lo sfruttamento nelle miniere di coltan in Congo. L’assurdo consumismo che sfocia nell’obsolescenza programmata, ovvero gli oggetti costruiti apposta per rompersi. Il primo bombardamento di Baghdad nel 2003. La paura del terrorismo. L’incapacità di comprendere ciò che realmente accade intorno a noi e il “folle” distacco che la nostra società sembra avere come se tutti noi fossimo “lontani” da quello che sta accadendo.
Il turismo sessuale, e la drammaticità di un orrendo fenomeno che non sembra trovare fine. Le guerre del futuro per “l’oro blu”. Odi e contrapposizioni ed una società che dorme ad occhi aperti ed è incapace di guardare il proprio squallore.

Un disco da comprare senza pensarci due volte. Bella la musica e bellissimi i testi.
Voto: 9

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